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22/2/2017

Cozze e dentifrici

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​di Simone Anzà
Le moules-frites è un piatto tipico del Belgio, ed in generale del nord della Francia. È composto da una bella porzione di cozze cotte al vapore servita insieme alle patatine fritte, il tutto accompagnato da una buona birra belga. I belgi ne vanno pazzi.
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Le moules-frites
Le cozze, organismi filtratori, si nutrono di particelle organiche trasportate dall’acqua di mare. Se nell’acqua però sono presenti anche sostanze non naturali, nascono i primi problemi. 
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Le cozze (Mytilus sp.), possono filtrare dai 20 ai 25 litri d’acqua al giorno
La plastica
Per noi è più intuitivo comprendere il danno prodotto dalla plastica quando questa viene ingerita da una specie di grandi dimensioni. Cominciamo da lì.
Il Dr. Jan Van Franeker, biologo marino dell’IMRES (Institute for Marine Resources and Ecosystem Studies - Università di Wageningen), studia le procellarie. Questi grossi uccelli marini, vengono ritrovati sempre più spesso privi di vita lungo le coste del Mare del Nord a causa della plastica ingerita accidentalmente. Una parte viene ingerita attraverso il pesce, ma la maggior parte è plastica che galleggia in superficie. I frammenti ingeriti si accumulano negli stomaci delle procellarie e di altre specie di uccelli marini, conferendo un falso senso di sazietà che conduce ad una morte molto lenta.
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Un albatros morto e i suoi contenuti stomacali. Midway è un progetto fotografico di denuncia ambientale sviluppato dal fotografo Chris Jordan nel 2009.
​Analizzando i contenuti stomacali di questi uccelli, il Dr. Van Franeker è riuscito a stimare la quantità di plastica che passa ogni anno all’interno delle procellarie del Mare del Nord: ben sei tonnellate, e la stessa sorte tocca a tantissimi altri uccelli. Nello stomaco di un albatros si possono rinvenire oggetti come spazzolini da denti, galleggianti da pesca o palline da golf.

MIDWAY a Message from the Gyre : a short film by Chris Jordan from Midway on Vimeo.


La microplastica

​La plastica non riciclata finisce in mare attraverso le fognature e impiega decenni se non secoli per scomporsi. Il moto ondoso, il sole e gli organismi marini la riducono in frammenti di 5mm o meno, le microplastiche, che finiscono poi all’interno delle catene alimentari marine. 
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Un fotogramma di A Plastic Tide, report di denuncia prodotto da Sky per la campagna Ocean Rescue. Il documentario del giornalista Thomas Moore è stato lanciato il 25/01/17 e rimarrà in chiaro fino al 05/03/2017 sui canali di Sky
Le microplastiche non sono solo un prodotto del degrado di frammenti più grossi, ma le troviamo all’interno di tutti i cosmetici che usano la “tecnologia” dei microgranuli, ovvero microplastica.
Scrubs, rossetti e dentifrici fanno parte di una lista parecchio lunga di prodotti che liberano enormi quantità di microplastiche direttamente in mare. Questi frammenti, vengono ingeriti da plankton, gamberetti, pesci e tanti altri animali finendo poi nei nostri piatti. 

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Per questo motivo gli USA hanno messo al bando l’impiego di microgranuli nei cosmetici a partire da luglio 2017. In Italia, invece, non c’è ancora una legge che li vieta ma è stata avanzata una proposta dall’Associazione Marevivo per vietarne l’impiego a partire dal 2019.
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Le cozze
Il Prof. Colin Janssen, ecotossicologo dell’Università di Ghent, è riuscito a studiare le microplastiche che si accumulano all’interno delle cozze utilizzando composti chimici che digeriscono il tessuto animale e lasciano intatta la plastica. I dati pubblicati su Environmental Pollution sono tragici. Gli europei ingeriscono attraverso le cozze, anche 11.000 microparticelle di plastica all’anno.

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Tomografia computerizzata di una cozza. In verde si notano i frammenti di microplastica presenti sia nel tratto digerente che nei tessuti. Un fotogramma di A Plastic Tide di Thomas Moore, Sky.
Se consideriamo anche altri organismi filtratori che finiscono comunemente in pentola sotto la categoria “frutti di mare” allora lo scenario è peggiore di quello descritto. Basti pensare che una porzione di cozze contiene in media circa 90 particelle di plastica e i nostri figli ne mangeranno sempre di più visto che la plastica nell’oceano è in aumento.
Prendo solo le patate, grazie.

Fonti:
Ellen McArthur Foundation, 2016 - The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics
Moore Thomas, 2017 - A Plastic Tide. Sky
Jordan Chris, 2009 - Midway: Message from the Gyre
Van Cauwenberghe L. & Janssen C. R., 2014 - Microplastics in bivalves cultured for human consumption. Environmental Pollution.

Immagini tratte da: 
Le moules-frites, fotografia di Eric Chan
Le cozze (Mytilus sp.), fotografia di Marco Franzitta
Un albatros morto e i suoi contenuti stomacali, fotografia di Chris Jordan (http://www.chrisjordan.com)
Microgranuli, fotografia di Simone Anzà
Fotogrammi Sky, da YouTube

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