Il metodo scientifico – episodio 2
Dopo una mia breve assenza dalla redazione, riprendiamo il viaggio alla scoperta del metodo scientifico. L'ultima volta abbiamo preso conoscenza di 3 grandi filosofi che da soli hanno gettato le basi per lo sviluppo del pensiero e del metodo scientifico. Ciò avveniva circa 300-400 anni prima della nascita di Cristo, e da allora fino al Medioevo, la situazione scientifica cambiò ben poco.
Per secoli la conoscenza umana fa pochi passi avanti anche un po' perchè da un certo momento in poi tutto il sistema filosofico è vittima dell'ipse dixit di Aristotele. Come detto nel precedente articolo, le costruzioni logiche di Aristotele erano così eleganti e formalmente corrette, che nei secoli a venire nessuno oserà metterle in dubbio. Ed è così che la terra rimane per secoli al centro dell'universo con tutte le altre stelle a girarle intorno al di sotto di una cupola di stelle fisse. Così come fisso rimane qualunque campo dello scìbile su cui Aristotele si fosse pronunciato. Mettere in dubbio la parola del filosofo poteva essere persino considerata un'eresia punibile con la morte. Curiosamente è a un filosofo Arabo, Abū al-Walīd Muḥammad ibn Aḥmad Ibn Rušd, per gli amici Averroè, che si deve il principio di autorevolezza attribuito ad Aristotele; secondo Averroè, Aristotele espone in maniera scientifica le stesse verità espresse nel Corano, per cui non va interpretato ma accettato. Le stesse argomentazioni furono poi riprese dai filosofi Cristiani della Patristica, quelli che fino al VIII secolo d.C. avevano il compito di definire e rifinire i dettami della neonata religione Cristiana.
Qui voglio fare un inciso abbastanza personale. Quanto appena raccontato su come sia l'Islam che il Cristianesimo abbiano attinto ad Aristotele per validare la loro visione del mondo, fino a elevarlo ad autorità da non mettere in discussione, ci dice qualcosa di molto interessante sull'evoluzione del pensiero occidentale. Se da una parte si potrebbe facilmente dire che le teologie pecchino comunque di scarsa immaginazione, dall'altra diventa evidente come la storia del pensiero occidentale sia estremamente variegata e che a volte è molto difficile segnare una linea di demarcazione fra il pensiero Cristiano e quello Islamico, o quello pagano. Il nostro pensiero moderno è invece una commistione e un intricato garbuglio di influenze reciproche (la nostra medicina e la nostra algebra, per esempio, le dobbiamo agli arabi appunto) fra mondi molto diversi. Con buona pace dei moderni oscurantisti che si ammantano di presunte superiorità culturali rispetto ad altre culture.
Torniamo alla storia. Siamo nel Medioevo e, nonostante il principio di autorevolezza, non mancavano tentativi di ampliare la conoscenza del mondo o di aggiornare le pratiche mediche, ma si trattava per lo più di tecniche al limite del magico – che sembrano pericolosamente tornare in auge oggigiorno – e dalla dubbia efficacia. Esempi classici sono l'idea che la malattia fosse qualcosa legata all'anima, e che per liberarsene bisognasse fare penitenza e pregare. Oppure il fatto che alla base dello stato di salute o malattia di un individuo vi fosse l'equilibrio o il disequilibrio fra i 4 umori (bile nera, flegma, sangue, bile gialla). Il vero problema fino a questo punto è che manca un metodo sistematico che permetta di riconoscere un fenomeno naturale o effettuare una vera e propria scoperta scientifica. Le cose cominciano a cambiare alla fine del Medioevo con la nascita delle prime scuole mediche, menzione d'onore alla "Scuola medica di Salerno" (IX-X secolo d.C.), considerata la più importante istituzione medica del tempo. Laica e cosmopolita, è considerata antesignana delle moderne università. Da questa scuola nasce il primo libro in assoluto in cui si trattano le malattie femminili, firmato da una donna, Trotula. Sempre qui Costantino l'Africano traduce dall'arabo i testi di Galeno e Ippocrate, i quali erano stato a loro volta tradotti dagli Arabi a partire dai testi originali. Nel giro di un paio di secoli la scuola diventa famosa a livello internazionale, vi studiano studiosi di ogni nazionalità, religione e sesso; vi viene insegnato il lavoro pratico e scientifico; vengono conservati e tramandati i precetti di Ippocrate, la pratica e l'esercizio medico, l'insegnamento clinico e la chirurgia. "Arretratezza del Sud? Nordici scansateve!" Da qui in poi, in Europa sarà un fiorire di università, il che creerà i presupposti per una più libera circolazione del sapere, oltre che a un fattuale aumento dello stesso. Alla fine del Medioevo emergerà poi un'altra pratica, l'alchimia, che servirà da ossatura per la nascita della chimica. Ma questa è un'altra storia. Immagini tratte da: - Immagine 1 da https://www.justapack.com/wp-content/uploads/2015/06/Supplice_des_Amauriciens1.jpg - Immagine 2 da https://static1.squarespace.com/static/57815e9b3e00be71f465f3b1/t/58bddfb046c3c478cf681543/1488838592994/ - Immagine 3 da https://readtiger.com/img/wkp/en/ScuolaMedicaMiniatura.jpg
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Ottobre 2022
Categorie |