di Enrica Manni Sebbene la sindrome da immunodeficienza acquisita sia stata riconosciuta come patologia distinta solo nel 1980, è rapidamente diventata una delle malattie più devastanti nella storia dell’umanità. L’AIDS è causata dall’infezione da HIV. Sono attribuiti all’AIDS più di 25 milioni di decessi, con un ritmo di 1-2 milioni l’anno. Sono stati sviluppati farmaci antiretrovirali efficaci che tuttavia riescono solo ad arginare la proliferazione del virus senza eliminarlo definitivamente. Il virus ha una costituzione piuttosto semplice, con una doppia elica di materiale genetico sottoforma di RNA (a differenza di quello umano costituito da una doppia elica di DNA), un involucro proteico chiamato core ad avvolgerlo e ancora più esternamente un rivestimento lipidico, chiamato envelope. Questo virus infetta principalmente alcune cellule del nostro sistema immunitario, determinati tipi di linfociti T perché una glicoproteina del suo envelope riconosce determinati recettori presenti sulla superficie di queste cellule umane. Una volta avvenuto il riconoscimento, dunque, lo strato lipidico più esterno del virus si “fonderà” con il doppio strato fosfolipidico della cellula umana, il virus risulterà denudato e rilascerà l’RNA all’interno del citoplasma. Qui un enzima, la trascrittasi inversa, si occuperà di copiare il materiale genetico del virus, che abbiamo detto essere differente da quello umano, in una copia di DNA che si andrà poi a integrare con quello dell’ospite. Quando una di queste cellule infettate verrà attivata per un qualsiasi motivo, avvierà la trascrizione di alcuni geni (da cui verranno prodotte proteine utili nella difesa immunitaria dell’organismo) però nello stesso tempo avverrà la trascrizione dei geni del virus che sarà così in grado di formare una nuova particella virale completa (RNA-core-envelope). Questa, dopo essere fuoriuscita dalla cellula in cui si è formata sarà in grado di infettare un’altra cellula. Le modalità di trasmissione sono molteplici: ci si può infettare attraverso il sangue (per trasfusioni con del sangue infetto, com’è accaduto spesso negli anni ’80-’90) attraverso sperma o secrezioni vaginali (per rapporti sessuali non protetti) oppure attraverso il latte materno (durante l’allattamento). Clinicamente, subito dopo l’infezione, i pazienti possono avere sintomi assolutamente aspecifici, tipici di una influenza: febbre e malessere generale. Dopo l’infezione entra in una fase di latenza durante la quale si assiste a una perdita progressiva dei linfociti T che da essere 1500/mm3 di sangue diventano 200/mm3 e questo rende il soggetto estremamente sensibile alle infezioni di qualsiasi genere. Segue la fase dell’AIDS conclamato con un’aumentata suscettibilità oltre che alle infezioni anche ad alcuni tipi di tumore come conseguenza del deficit immunologico. La risposta del nostro sistema immunitario nei confronti dell’HIV è frustrantemente inefficace poiché abbiamo detto che il virus colpisce selettivamente i linfociti T che proprio quando essi vengono attivati si scatena tutta la forza replicativa dell’HIV. Perché allora non intervengono i linfociti B? In realtà lo fanno, si attivano e iniziano a produrre anticorpi diretti contro le glicoproteine virali di superficie che però hanno la capacità di mutare in continuazione proprio per eludere le difese dell’ospite. Le attuali strategie terapeutiche prevedono la somministrazione di un cocktail di farmaci che blocchino la replicazione virale nelle cellule dell’ospite (vanno ad agire sugli enzimi che permettono la produzione di una copia di materiale genetico sotto forma di DNA, che gli permettono poi di integrarsi al genoma umano, etc…) Questi farmaci, riconosciuti come altamente efficaci, non sono in grado di eradicare completamente l’infezione, ma nonostante questo, i pazienti trattati sembrano sopravvivere più a lungo e a decedere per cause assolutamente indipendenti dall’infezione da HIV. La prossima sfida da affrontare sarà senza dubbio la creazione di un vaccino efficace che sappia raggirare la capacità di mutazione del virus. Tutti i tentativi effettuati fino a ora sono risultati però assolutamente inefficaci. Immagini tratte da: https://tech.everyeye.it/notizie/un-nuovo-studio-suggerisce-modo-per-fermare-hiv-313680.html http://hivforum.info/forum/viewtopic.php?f=8&t=3887 https://www.lettera43.it/it/guide/salute-e-benessere/2013/12/03/come-si-trasmette-laids/4809/
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Ottobre 2022
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