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5/7/2017

I tre titani

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Il metodo scientifico – Episodio 1
di Francesco Cacciante
Parlare di metodo scientifico a partire da Socrate, Platone, e Aristotele. Qualcuno potrebbe dire che la stia prendendo molto larga. Ovviamente non è così, e va chiarito che quello che mi prefiggo di trattare in questi primi articoli è, non tanto la storia della scienza, quanto la storia del “pensiero scientifico”.
Il pensiero scientifico non nasce nell’antica Grecia, ma i tre signori di cui sopra hanno contribuito enormemente alla formulazione di un modo di ragionare che nel corso dei secoli ha portato allo sviluppo del metodo scientifico, tanto da poter essere considerati dei veri e proprio Titani per la disciplina.
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A noi uomini moderni alcune delle cose di cui parlerò in questo articolo sembreranno superflue se non delle ovvietà. In realtà siamo abituati a dare per scontate un sacco di cose del modo in cui ragioniamo, e credo che sia doveroso invece conoscere un minimo chi ha contribuito ad assemblare i mattoni che costituiscono la mente moderna.
Il primo di questi mattoni fu gettato da Socrate. Potete immaginarvi Socrate come un simpatico, barbuto e canuto vecchiettino che vaga per il paese facendo una serie di bizzarre e spesso complicate domande a chiunque incontrasse, con l’intento di mettere in difficoltà il suo interlocutore. Le sue domande preferite riguardavano la natura delle cose, celeberrima la sua “ti esti?” (che cosa è?). Lo scopo di queste domande era di stimolare nell’interlocutore una riflessione su quale fosse la vera natura di quello che si aveva davanti. Può farci sorridere l’idea di come possa una domanda apparentemente semplice mettere in crisi. Pensiamo a una scrivania. Se avessimo davanti Socrate a chiedere “ti esti?” potremmo rispondere, una scrivania. Se ce lo chiedesse nuovamente risponderemmo, una struttura di legno. E ancora cosa è il legno, un materiale ricavato dagli alberi, gli alberi una forma di vita vegetale. E quando, nello sguardo del vegliardo una punta di soddisfazione, ci chiederà ancora “ti esti”, cosa è la vita, allora avremo capito quanto quella semplice domanda possa rapidamente mettere in crisi tutto la nostra convinzione di sapere qualcosa del mondo. Socrate era anche famoso per la sua idea che “il vero sapiente è colui che sa di non sapere”.
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Per queste sua abitudine di mettere in crisi le persone, immagino anche traendone un certo godimento, Socrate non era molto ben visto dai suoi concittadini, che alla fine, per non rischiare di incappare in uno dei suoi tediosi interrogatori mentre erano intenti a fare cose importanti, come andare al tempio a sacrificare capre a Zeus, lo condannarono a morte.
Si può dire che Socrate ci abbia insegnato il “pensiero critico”, a porci nuove domande e a non dare mai per scontata la risposta anche a una domanda apparentemente semplice. E sono grandi insegnamenti.
L’ordine cronologico imporrebbe che adesso io passassi all’allievo di Socrate, Platone, ma siccome reputo Platone come il più interessante dei tre sia per idee che per apporto, passerò direttamente all’allievo di Platone stesso, Aristotele.
Aristotele è quello, fra i tre, che forse considereremmo, a torto, come il più scientifico. È convinto che nel mondo esista una realtà unica e conoscibile attraverso il ragionamento. A differenza di Socrate non si interroga sul “cosa” siano le cose, ma sul “perché” delle cose. Quello che effettua è un ragionamento a ritroso simile a quello del suo predecessore, ma indagando le cause. Perché una pietra cade a terra? Perché vuole tornare al suo luogo d’origine, risponde. Perché l’aria calda sale verso l’alto? Di nuovo, torna al suo luogo d’origine, e il calore viene dal sole. Perché il sole è caldo? Perché è proprio dove è? Perché gira intorno alla terra? Perché si muovono i pianeti? Aristotele cerca insomma di risalire alle cause prime delle cose. Aristotele fu il primo filosofo a costruire un pensiero sistematico che abbracciasse ogni campo del sapere.
Fra le altre cose che ha fatto Aristotele, c’è l’aver fondato la “dialettica”, ovvero l’arte di avere ragione, e le sue costruzioni sono talmente eleganti che in futuro tutti si convinceranno che qualunque cosa avesse detto Aristotele non potesse che esser vera. Questo, unito al suo modello cosmologico che, ripreso da quello Tolemaico, pone la terra al centro dell’universo, i pianeti in sfere concentriche via via più lontane dalla terra, e tutti racchiusi dal “Primo Mobile” (ovvero il motore che muove tutti gli altri pianeti, per alcuni, Dio), causerà non pochi problemi negli anni a venire. Ne riparleremo in futuro.
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Tuttavia le domande che si pone Aristotele ampliano l’opera di Socrate. Non bastano il senso critico e il dubbio, bisogna anche interrogarsi sul “perché” delle cose. E anche questo è notevole.
Arriviamo dunque al terzo e ultimo dei Titani. Platone fu maestro di Aristotele, ma non è da lui che Aristotele apprende che esista una natura fissa e conoscibile che spieghi la realtà. Tutt’altro. Platone sostiene che il nostro mondo, la nostra realtà, non sia in fondo così reale, bensì solo il riflesso di una realtà ideale e perfetta, che lui definisce Iper-Uranio. Ogni concetto che possiamo pensare e immaginare è in realtà una versione imperfetta del vero concetto che risiede nell’Iper-Uranio. Platone dunque è in aperto contrasto col suo successore, Aristotele, in quanto professa fondamentalmente che la conoscenza che possiamo avere della realtà non potrà mai essere perfetta. Per meglio illustrare questa triste condizione crea il famoso “Mito della caverna”.
In una caverna, al buio, ci sono alcuni prigionieri in catene dalla nascita. Questi prigionieri non vedono che la loro ombra, proiettata sulla parete della caverna dalla luce proveniente dall’entrata; tuttavia, non possono vedere il luogo da cui proviene la luce a causa della loro costrizione. Per questi schiavi la realtà è costituita solo da quelle ombre che vedono proiettate. Ho notevolmente semplificato questo mito, a dire il vero, ma quello che è importante è il concetto. Noi sappiamo benissimo che la realtà è qualcosa di più rispetto a quella che vedono i prigionieri di questo mito, ma possiamo noi essere sicuri di vedere tutta la realtà? D’altra parte se uno di quei prigionieri potesse liberarsi e uscire dalla caverna, se dunque giungesse a un livello superiore di interpretazione, si accorgerebbe subito di tutti gli aspetti di cui era all’oscuro durante la sua prigionia.
Platone arriva con secoli in anticipo a domande molto spinose a cui poi le neuroscienze moderne hanno cercato di dare risposta, ma con esiti non del tutto convincenti. Se la nostra conoscenza della realtà è basata sui nostri sensi, e i nostri sensi sono imperfetti, possiamo essere sicuri che la nostra esperienza della realtà sia attendibile e completa? La realtà esiste a prescindere dei nostri sensi oppure i nostri sensi sono solo uno dei tanti modi possibili di interpretarla? A queste domande credo che ancora nessuno abbia trovato una risposta soddisfacente. Da qui la mia fascinazione per Platone.
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Ma per il pensiero scientifico moderno le dissonanze fra Platone e Aristotele sono solo apparenti. È mia personalissima opinione che i due sistemi siano in realtà complementari. Da una parte Aristotele alimenta l’ottimismo e la curiosità che ci spinge a conoscere e a capire il mondo che ci circonda, dall’altra Platone ci ricorda che siamo essere umani e come tali abbiamo delle limitazioni e queste limitazioni le dobbiamo abbattere cercando dei sistemi che ci permettano di salire a un livello superiore di comprensione. A chiudere il quadro, Socrate, con il suo Senso Critico e il suo Dubbio, che saranno, e sono tuttora, i motori del futuro Metodo Scientifico.
Ecco il germe del pensiero scientifico. Questi tre Titani, non Giganti, sulle cui spalle in tanti saliranno in futuro.
Immagini tratte da:
Figura 1 https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/af/07/51/af075152a48958b77070f5b1b8d9a0b1--famous-quotes-on-life-quote-life.jpg
Figura 2 https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/70/75/02/707502e3cb859fd40dbc2ca417fd3182.jpg
Figura 3 https://2.bp.blogspot.com/-tbm0IvUWVXA/VsrZ1ZrIcuI/AAAAAAAAmh0/JNoJhIq3x8o/s1600/bowie103%2B%2Bflammarion.jpg
Figura 4 https://i0.wp.com/www.smbc-comics.com/comics/1441809270-20150909.png

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