Ci troviamo nell’ultimo interglaciale, intervallo di tempo che va da 12.000 anni fa a oggi; questo periodo comincia con lo scioglimento delle estese calotte glaciali caratterizzanti l’ultima glaciazione. Dopo la deglaciazione il clima del pianeta Terra si avvia verso un periodo privo di grossi sconvolgimenti. La prima parte di questo interglaciale, che viene anche chiamato Olocene, è caratterizzato dall’aumento delle temperature estive nell’emisfero nord, a loro volta collegate a un aumento dell’intensità solare incidente nel periodo estivo sull’emisfero settentrionale.
Questo innalzamento delle temperature comporta uno spostamento verso nord della fascia denominata ITCZ (zona di convergenza intertropicale). L’ITCZ è una fascia prossima all’equatore caratterizzata dalla convergenza degli alisei o venti del commercio. La convergenza di questi venti porta una risalita delle masse d’aria calde e umide che determinano una zona di instabilità meteorologica caratterizzata da abbondanti piogge. La fascia dell’ITCZ tende a muoversi annualmente verso l’emisfero nord in estate e verso quello sud in inverno (ricordiamoci che stiamo parlando delle stagioni dell’emisfero nord), determinando le aree bagnate dai monsoni e cioè territori coperti da forti piogge stagionali. Nella prima parte dell’Olocene, l’elevata insolazione estiva produceva uno spostamento dell’ITCZ molto più a nord di dove arriva attualmente, le zone meridionali dell’area sahariana venivano quindi bagnate dai monsoni estivi, comportando una conformazione climatica e ambientale molto diversa dall’attuale. Quello che oggi è un deserto iper-arido, 8.000 anni fa doveva quindi essere un’area “verde” o più realisticamente un ambiente approssimabile a un’estesa savana, caratterizzata da inverni aridi ed estati molto piovose (il periodo delle piogge).
Nel 2006 uscì sulla rivista Science un articolo che correlava la variazione climatica con gli sviluppi degli insediamenti umani nell’area sahariana. Tale lavoro mostrava come i villaggi 10.000 anni fa fossero distribuiti lungo le sponde del Nilo e solo dopo la deglaciazione e il sollevamento dell’ITCZ l’essere umano ha cominciato a diffondersi per il Nord Africa.
Tale espansione degli insediamenti è durata fino a 7.000 anni fa circa, dopo il quale l’ITCZ ha smesso di raggiungere tali aree. A partire da 7.000 anni fa l’uomo, sospinto dall’inaridimento del Sahara, fu obbligato a stabilirsi sulle sponde del fertile Nilo (per la seconda volta) e forse fu proprio questo flusso migratorio e l’elevata densità di popolazione a far nascere la civiltà chiamata Antico Egitto.
Immagini tratte da:
http://althistory.wikia.com/wiki/Green_Sahara?file=Green_Sahara.png http://it.tinypic.com/view.php?pic=21o8195&s=9#.WQ-R-RhabpA
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Ottobre 2022
Categorie |