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13/6/2017

Il vaccino è un rimedio omeopatico (o quasi)

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Cosa hanno in comune omeopatia e vaccini.
di Francesco Cacciante
Due mondi che sembrano all’apparenza completamente agli antipodi, potrebbero in realtà avere più cose in comune di quanto si pensi.
I vaccini sono lo strumento di medicina preventiva per eccellenza e hanno permesso, dalla loro prima formulazione, di debellare il vaiolo, di abbattere drasticamente la mortalità infantile e, grazie all’immunità prolungata, che spesso dura tutta la vita, di aumentare l’aspettativa di vita media. Grazie ai vaccini è possibile tenere a bada la maggior parte delle malattie infettive, soprattutto le più pericolose.
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L’omeopatia è una pratica “pseudo-medica” (pseudo perché pratica non riconosciuta dalla medicina ufficiale) nata nell’800, che si fonda su due presupposti fondamentali: 1) la sostanza curante deve essere diluita. MOLTO diluita. Più è diluito, più un rimedio omeopatico è potente; 2) “Similia similibus curantur” ovvero “il simile cura il simile”.
Per capire quanto debba essere diluita una soluzione omeopatica, bisogna capire come viene preparata. Si tratta di un procedimento semplice e divertente che tutti potrete provare a casa vostra, e visto che i rimedi omeopatici non sono propriamente economici mi ringrazierete. Supponiamo di voler preparare una soluzione omeopatica di oscillococcinum. Per i neofiti, l’oscillococcinum è un rimedio omeopatico contro l’influenza, contente un batterio, l’oscillococco, di forma sferica e che oscilla ripetutamente, da cui il nome. In seguito si è scoperto che l’oscillococco non esiste: il medico che l’aveva scoperto era semplicemente poco bravo a montare i vetrini e quello che aveva osservato altro non erano che bollicine d’aria, e posso assicurare per esperienza diretta, che è qualcosa che accade più spesso di quanto chiunque si trovi a montare vetrini sia a suo agio ad ammettere.
Torniamo alla nostra preparazione di oscillococco, nonostante la sua non esistenza. Quello di cui abbiamo bisogno a questo punto è di prendere fegato e cuore di anatra e sminuzzarli in 100ml d’acqua. Una volta sminuzzati i tessuti si procede alla “dinamizzazione”, ovvero si scuote il flacone energicamente e rigorosamente in senso verticale; dopodiché si svuota il contenuto del nostro flacone. Il liquido che rimarrà alle pareti del flacone costituisce circa l’1% della soluzione di partenza ed è esattamente la quantità che ci servirà per il passaggio successivo, che consiste nel riempire nuovamente il flacone con 100ml d’acqua. In questo modo abbiamo diluito la nostra soluzione di partenza di 100 volte. Si continua dunque con un nuovo ciclo di dinamizzazione, svuotamento e riempimento e si ripete il procedimento per 200 volte. La soluzione finale sarà così diluita da non avere nessuna possibilità di trovare nemmeno una molecola di principio. Ma non è questo il punto, l’omeopatia è più qualcosa di metafisico (sic) per cui ragionare in termini di principi attivi è fallace.
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I vaccini funzionano in maniera diversa. Tanto per cominciare non sono lontanamente complessi come un rimedio omeopatico. Anche la loro indicazione è diversa. I vaccini infatti servono a prevenire una malattia, inducendo uno stato di immunizzazione persistente. Questo stato viene ottenuto grazie alla presenza, solitamente, di batteri o virus “attenuati”. Un batterio, o un virus, attenuato, è un patogeno reso innocuo, per esempio, eliminando o danneggiando il suo DNA; non avendo quindi un patrimonio genetico funzionante, il batterio non può riprodursi e di conseguenza non può dare origine alla malattia. Nonostante questo però, rimane molto utile per il nostro sistema immunitario, che può riconoscere le proteine presenti sulla superficie del batterio, e quando questo avviene, si ha la proliferazione delle cellule immunitarie che producono gli anticorpi contro il batterio in questione. Queste cellule rimarranno in circolo nel corpo e costituiranno un’efficace prima linea difensiva nel caso l’organismo dovesse entrare in contatto successivamente con lo stesso patogeno. Le proteine sulla superficie dei batteri o dei virus, costituiscono per il nostro sistema immunitario, una vera e propria carta di identità la cui identificazione permette all’organismo di riconoscere e successivamente avere memoria di quel batterio o virus.
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In un certo senso è quindi giusto definire il vaccino come un rimedio omeopatico. Certo non è ugualmente “potente” in quanto non abbastanza diluito, ma rispetta perfettamente il principio del “similia similibus curantur” in quanto per proteggere da una determinata malattia, si somministra una piccola dose del patogeno che la causa.
Una grossa differenza fra le due pratiche, “forse” la più grande, sta nei risultati ottenuti.
Su questa pagina potete trovare la storia sintetica di come i vaccini abbiano permesso di sconfiggere malattie devastanti come il vaiolo, la difterite o la poliomielite:
http://www.wikivaccini.com/storia-dei-vaccini.html
Qui invece una lista completa di tutti gli studi scientifici condotti in doppio cieco che hanno dimostrato in maniera conclusiva l'efficacia dell'omeopatia:
http://rationalwiki.org/wiki/List_of_Scientifically_Controlled_Double_Blind_Studies_which_have_Conclusively_
Demonstrated_the_Efficacy_of_Homeopathy

 
N.B. si tratta di un articolo di sfida, se avete dati, studi, casi, che dimostrano che si possa curare una qualsiasi cosa con l’omeopatia, fatevi avanti. Probabilmente a Stoccolma c’è una medaglia che aspetta di essere incisa col vostro nome.

Immagini tratte da:
Figura1 da http://www.gamingrebellion.com/wp-content/uploads/2015/01/WildIsle-Ink-ScientistClose.jpg
Figura2 da https://humorinamerica.files.wordpress.com/2015/06/court5.jpg
Figura3 riadattata da “Siamo fatti così” episodio 6 “Il sistema linfatico”

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