Se si chiedesse ad un cittadino comune, ad un politico o ad uno scienziato cosa lo terrorizza del futuro le risposte sarebbero quantomeno diverse. Io non posso definirmi uno scienziato ma sono più vicino alla visione di quest’ultimo e voglio quindi parlarvi di una delle paure che attanaglia almeno una parte del mondo scientifico: la risalita del livello del mare.
Tanto è già stato detto riguardo questo problema ma è complicato districarsi tra le varie affermazioni di divulgatori e tuttologi. L’idea di fondo è: se il livello del mare si sta alzando la colpa è dello scioglimento delle masse glaciali del nostro pianeta, i ghiacciai alpini e le calotte polari; a sua volta questa affermazione implica un riscaldamento progressivo del nostro pianeta, affermazione che “minaccia” tutte le compagnie che si occupano di estrazione, raffinazione ed utilizzo dei combustibili fossili e tutte quelle aziende che ne consumano in larghe quantità. Proprio per questo motivo entrano in gioco anche componenti meno accademiche e più politico-economiche. Nel 2007, su una delle riviste più quotate in ambito scientifico (Science), appare un articolo riguardante il contributo delle calotte polari e dei ghiacciai alpini alla risalita del livello del mare e da questo lavoro emerge come i “colpevoli”, almeno in larga parte, siano i ghiacciai montani. Siete mai stati su un ghiacciaio? Se siete stati così fortunati da aver fatto quest’esperienza più volte nella vostra vita saprete come quest’ultimi soffrano di un processo che li fa regredire giorno dopo giorno. Ora che siete a conoscenza del fenomeno fate parte del cospicuo gruppo che crede nel riscaldamento globale e nella risalita del livello del mare. Pensate al rischio che corrono città come Venezia o aree costiere come la Florida o i quieti atolli del Pacifico che con una risalita di pochi cm possono finire sott’acqua. Come si calcola il livello del mare? Esistono molti metodi per studiare la variazione relativa del livello del mare (RSL), da quelli qualitativi con i tassi di scioglimento di ghiacciai e nevi perenni a quelli quantitativi come gli altimetri radar sui satelliti geostazionari. Il più importante gruppo di ricerca sulle variazioni del livello del mare è l’IPCC (Intergovernment Panel of Climate Change), un gruppo di ricercatori finanziati dalle Nazioni Unite per dare risposte sulle variazioni climatiche. L’IPCC ha cercato, nel tempo, di modellizzare la risalita del livello del mare ed i risultati sono stati: 1) il livello del mare si sta alzando almeno dal 1900 2) la risalita continuerà nel XXI secolo e con questi tassi non potrà che continuare anche nel secolo successivo 3) i tassi futuri saranno più alti rispetto a quelli attuali (3,2 mm/annui) 4) la risalita al 2100 sarà di + 0,6 m secondo dati matematici, mentre, secondo dati semi-empirici, la variazione potrebbe raggiungere i + 2,4 m con un valore medio a + 1,3 m Quelli espressi sono i dati forniti dal gruppo di ricerca più famoso ed influente a livello mondiale ma esiste anche chi vi si oppone formalmente. Credere che la risalita del livello del mare non esista a questo punto sembra però un’affermazione puramente dettata da interessi economico-politici piuttosto che scientifico-divulgativi, ma è giusto farsi un’idea del problema poiché qui la domanda è: in che stato vogliamo lasciare il pianeta ai nostri figli e nipoti e come vogliamo che le nuove generazioni ci ricordino?
Immagini tratte da:
IPCC, report numero 5, 2014
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Ottobre 2022
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