In pieno periodo di festività natalizie i brindisi in compagnia sono all’ordine del giorno e, un bicchiere dopo l’altro, non è affatto infrequente superare la dose di alcolici cui si è normalmente avvezzi.
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Prende il nome di binge drinking la condizione caratterizzata dal consumo occasionale di notevoli quantità d’alcol e conseguente perdita di controllo sul proprio comportamento in un arco di tempo relativamente ristretto (una festa, una serata in discoteca, etc…). Per un uomo questo significa l’assunzione di 5 o più unità alcoliche (Unità Alcolica=12 grammi di alcol puro). Per una donna invece si parla di superamento della soglia già dopo le 3/4 UA. Bisogna inoltre ricordare che 12 gr di alcol puro corrispondono all’incirca a una birra da 330 mL, un calice di vino da 125 mL o un bicchierino di superalcolico da 40 mL, quindi si intuisce immediatamente quanto sia semplice oltrepassare questo limite nell’arco di una serata, specie se ci si lascia condizionare dalla compagnia o dagli eventi senza riflettere attivamente.
Per comprendere appieno la pericolosità del superamento del limite di alcol consentito dalla legge bisogna far riferimento al metabolismo dell’etanolo. L’etanolo o alcol etilico viene assorbito in minima parte nella bocca, poi per il 25% nello stomaco e per il 75% nell’intestino, a livello di digiuno/ileo. La velocità di assorbimento dipende dalla presenza/assenza di cibo nello stomaco, generalmente viene tuttavia assorbito piuttosto rapidamente in virtù del basso peso molecolare della sostanza. Dopo appena dieci minuti dall’assunzione tracce di etanolo sono rilevabili a livello ematico e l’alcolemia (o concentrazione di alcol nel sangue) raggiunge il suo picco in circa 80/90 minuti. Ovviamente il passaggio nel sangue sarà tanto più rapido quanto più è elevata la concentrazione alcolica e quanto più risulta ridotto il tempo di assunzione: la stessa quantità, frazionata in dosi più piccole, bevute più lentamente avrà un tasso alcolico decisamente inferiore. Dallo stomaco e dall’intestino, tramite la vena porta, l’alcol viene condotto al fegato, dove mediante un enzima, la alcol deidrogenasi, viene trasformato in acetaldeide; questa viene poi ossidata e trasformata in acetato e l’acetato convertito in acqua ed anidride carbonica. Il metabolismo dell’etanolo ha numerose conseguenze sul nostro organismo: innanzi tutto porta ad un aumento dei trigliceridi nel fegato, poi, per eliminare l’eccesso di grassi, il fegato promuove la produzione e l’accumulo di corpi chetonici, questo porta da una parte ad un abbassamento del pH ematico (acidosi metabolica) e dall’altra un aumento della concentrazione di chetoni nel sangue e nelle urine con conseguente malessere generalizzato, cefalea, nausea, vomito. L’etanolo diffonde rapidamente in diversi organi grazie alle sue dimensioni ridotte, e, dal momento che si muove per via ematica, ovviamente quanto più un organo è vascolarizzato, tanto prima ne risulterà bersaglio, per cui gli organi raggiunti più rapidamente saranno il fegato, il cuore, l’encefalo ed i reni. Il fegato, come è stato sottolineato, è l’organo in cui si svolgono le trasformazioni della totalità dell’alcol introdotto. Per quanto concerne gli effetti dell’etanolo sul sistema cardiocircolatorio possiamo dire che conduce ad un aumento della pressione arteriosa (ipertensione sistolica e diastolica), mentre l’assunzione di dosi eccessive per un periodo di tempo prolungato, può portare ad alterazioni permanenti del ritmo cardiaco (aritmie) o perfino alla cardiomiopatia alcolica, condizione patologica caratterizzata da una dilatazione del cuore con riduzione della sua capacità di contrazione. Le conseguenze più evidenti ed immediate sono tuttavia rilevabili a livello del sistema nervoso su cui l’alcol ha un’azione deprimente, porta alla difficoltà di espressione, di interazione con gli altri, di coordinazione dei movimenti con relativa perdita dell’equilibrio. Per quanto riguarda, invece, le fasi iniziali di euforia e perdita dei freni inibitori si pensa siano dovute ad una inibizione di alcuni centri sottocorticali piuttosto che alla stimolazione diretta della corteccia stessa. Ma l’effetto forse più significativo e pericoloso prodotto dall’alcol a livello encefalico consiste nella perdita della capacità di pensiero e di giudizio che facilita comportamenti a rischio come cadute, traumi, atti illeciti o incidenti stradali. In Europa è attribuibile all’uso sconsiderato di alcol il 25% dei decessi di giovani fra i 15 ed i 29 anni, percentuale davvero elevatissima. Per questo è fondamentale attenersi alla legge e non superare i limiti imposti, perché “tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto”
Fonti:
[http://www.lucianoschiazza.it/documenti/Alcolismo.html] Immagini tratte da: Immagine 1 [http://it.blastingnews.com/salute/2017/04/alcol-si-beve-di-meno-ma-fra-i-giovani-spopola-il-binge-drinking-001624559.html] Immagine 2 [http://smp1993.it/tradizioni-di-capodanno/] Immagine 3 [https://www.emaze.com/@AFIFTIFW/Le-figure-retoriche-in-pubblicit%C3%A0-e-in-fotografia.pptx-copy1]
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Ottobre 2022
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