“San Lorenzo, io lo so perché tanto Di stelle per l’aria tranquilla Arde e cade, perché sì gran pianto Nel concavo cielo sfavilla.” (Giovanni Pascoli)
Notte d’Agosto, notte di meraviglie. Aria ferma e calma. Un guizzo luminoso attraversa il cielo: una stella cadente.
È improprio chiamarle “stelle cadenti” perché non sono delle stelle ma dei frammenti di comete, alcuni anche piccolissimi, che penetrano nell’atmosfera ad altissima velocità, quando la Terra, durante il suo moto di rivoluzione, attraversa l’orbita di una cometa. I detriti si surriscaldano per attrito con l’aria e si incendiano dando vita alla scia luminosa che li caratterizza. È così che, alzando gli occhi al cielo, un brillante e improvviso squarcio luminoso attrae la nostra attenzione inducendoci nell’immediato ad esprimere un desiderio.
Un evento particolarissimo che da sempre ha diviso gli uomini sulla sua natura propiziatoria o nefasta. Nell’antica Roma, l’evento passeggero che sembrava perturbare la staticità del cielo era considerato una propizia pioggia di sperma del dio Priapo che rendeva fertili i campi. Per gli astrologi cinesi, la pioggia di meteore era segno di una crisi di governo, un’imminente battaglia o un assedio. Nel 902 a.c., l’invasione della Sicilia e della Calabria da parte dei Saraceni fu seguita dal “pianto divino”, segno di dolore per le stragi avvenute. Anche il Cristianesimo ha adottato il concetto di pianto celeste, associando la pioggia di meteore che periodicamente è visibile tra la fine di Luglio e il 20 Agosto come le lacrime di San Lorenzo versate durante il suo supplizio.
La tradizione popolare vuole che proprio durante la notte di San Lorenzo è possibile alzare gli occhi al cielo per poter ammirare lo sciame delle Perseidi, residui della cometa Swift-Tuttle, il cui picco è intorno al 12 Agosto. Il nome Perseidi deriva dal fatto che il radiante di questi detriti, cioè il punto in cui sembrano provenire tutte le scie, è collocato all’interno della costellazione di Perseo. È proprio in direzione di questa costellazione, verso l’area nord-est del cielo, tra Andromeda e Cassiopea e il pentagono dell’Auriga, che si manifestano in tutto il loro splendore.
A stabilire una connessione tra la cometa Swift-Tuttle e le stelle cadenti d’agosto fu un astronomo italiano, Giovanni Virgilio Schiaparelli, nel 1862. Egli si accorse che l’orbita terrestre e l’orbita della cometa coincidevano in un ristretto periodo dell’anno, cioè Agosto, e, in seguito a questo, ipotizzò che gli sciami meteorici potessero essere residui di comete. Ipotesi confermata solo molto dopo.
Per quest’anno il picco di visibilità delle stelle cadenti è tra la notte dell’11 e del 12 Agosto e non potrete fare altro che cercare un posto tranquillo lontano dalle luci e dai rumori della città, puntare gli occhi verso la distesa infinita della volta celeste, e, perdendovi nei vostri pensieri, lasciarvi avvolgere da questa magica atmosfera. La vostra paziente attesa verrà ricompensata da uno spettacolo indimenticabile e dall’illusione di veder realizzato il proprio desiderio.
Immagini tratte da: -Volta celeste: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b1/Hubble_heic0206j.jpg -Cometa: http://res.cloudinary.com/dk-find-out/image/upload/q_80,h_800/Swift-Tuttle_aeg6oj.jpg -Costellazione di Perseo: http://i53.tinypic.com/169f7kz.jpg -Orbita terrestre: http://www.cnyo.org/wpcontent/uploads/2013/08/2013august3_swift_tuttle_orbit_v2.jpg
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Ottobre 2022
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