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14/2/2018

Non far andare in fumo la tua vita!

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di ​Enrica Manni
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​)“No, fumare una sigaretta ogni tanto non fa male” oppure “fumare poco equivale a non fumare” sono queste le scuse più ricorrenti a cui si appellano i fumatori occasionali per giustificare agli occhi del mondo il loro piccolo vizio (e forse anche per allontanare dalla loro testa la paura che possano correre seriamente un rischio). Purtroppo non è così. Un fumatore, per quanto occasionale, ha un rischio 20 volte più alto di sviluppare un cancro al polmone rispetto a un non fumatore. Il fumo di sigarette è la prima causa di cancro al polmone, l’85% dei casi di carcinoma polmonare è da addebitare a esso. Per quanto riguarda l’incidenza si può dire che negli uomini è al secondo posto dopo il cancro della prostata, nelle donne viene dopo quello della mammella, la neoplasia più frequente nel genere femminile, ma per quanto concerne la mortalità è invece al primo posto sia nell’uomo che nella donna. Su 100 persone cui viene diagnosticato un cancro al polmone, 85 arriveranno a morte e solo 15 di esse riusciranno a salvarsi. Naturalmente bisogna sottolineare che il fumo non è affatto la sola e unica causa di carcinoma polmonare, a questo bisogna aggiungere fattori ambientali, occupazionali e genetici.
La prima volta che venne descritta questa neoplasia, nel 1556 da Agricola nel De re metallica, fu definita la tisi dei minatori e dei lavoratori delle fonderie perché questi pazienti, costantemente a contatto con polveri tossiche, avevano sviluppato un’infiammazione al polmone che oggi si ha la certezza fosse di natura neoplastica, ma che all’epoca non si sapeva a cosa fosse riconducibile ed era quindi confusa con la tubercolosi/tisi, già molto nota. La prima descrizione esaustiva del carcinoma polmonare si deve a un medico italiano, Morgagni, nel 1761 e fu solo nel lontano 1941 che Hoffman affermò l’esistenza di un nesso causale fra abitudine tabagica e tumore al polmone. Negli ultimi quarant’anni invece la scienza medica ne ha studiato ogni più piccolo dettaglio, in conseguenza del fatto che è diventato il tumore più diffuso al mondo e anche uno di quelli con la prognosi peggiore in assoluto. Il ritardo nella diagnosi influisce su questo dato in maniera determinante. La superficie di un solo polmone, costituita da complesse e numerose diramazioni, se potesse essere in qualche modo distesa raggiungerebbe una superficie di circa 75/80 m2 , ovvero circa metà di un campo da tennis regolamentare, questa enorme area ci spiega perché una massa neoplastica, seppur presente, rimane silente fino a quando non raggiunge dimensioni eccezionalmente grandi: per quanto infatti parte degli alveoli possano essere schiacciati da un ostacolo limitrofo e compromessi quindi nelle loro funzioni, l’organo tenderà a sopperire mediante l’impiego a pieno regime del resto della superficie (comunque molto ampia) perfettamente funzionante e questo comporta, purtroppo, la scoperta della neoplasia quando ormai risulta inoperabile chirurgicamente.
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Perché, dunque, il fumo è così pericoloso per la salute delle cellule polmonari? L’aspirazione profonda delle sigarette determina un aumento della temperatura di combustione, che raggiunge gli 800° circa, poco meno che negli altiforni e questo dà origine a una serie di processi di pirolisi e pirosintesi, che porta alla produzione di composti nuovi, assolutamente differenti rispetto a quelli di partenza e che si è visto essere cancerogeni. Nel fumo c’è una miscela di circa 5000 composti chimici che si vengono a sviluppare con la combustione, contenuti nella fase corpuscolata e/o gassosa, e ben 43 di questi composti sono ufficialmente riconosciuti come cancerogeni. Tra questi annoveriamo: il catrame in primis, appartenente alla categoria degli idrocarburi pirolitici aromatici; il polonio; nitrosammine fra cui la nicotina, arsenico; nikel; cadmio; cromo; radicali liberi dell’ossigeno etc… Le sostanze mutagene del fumo infatti alterano il Dna delle cellule con cui vengono a contatto seguendo un pattern tipico consistente nel rimescolamento delle basi azotate che compongono il DNA: fumare un pacchetto al giorno di sigarette per un anno causa 150 mutazioni genetiche in ogni cellula dei polmoni. Ogni mutazione può essere il punto di inizio di un danno genetico capace di propagarsi e dare origine al tumore.
Quindi quante più sigarette vengono fumate tanto più numerose saranno le mutazioni generate da queste sostanze cancerogene sulle cellule polmonari (e non, sono coinvolte anche le cellule del cavo orale, faringe, laringe, trachea e anche organi con cui tali sostanze non entrano direttamente in contatto come vescica e fegato) e tanto più alto sarà dunque il rischio che una di queste mutazioni o un gruppo di esse dia origine alla neoplasia. Naturalmente la sospensione dell’attività tabagica non porta all’immediato annullamento del rischio di sviluppo di un carcinoma polmonare, ma è stato studiato che dopo circa 30 anni di interruzione del fumo il rischio è quasi uguale a quello dei non fumatori, quindi se un individuo ipotetico fumasse fino a 40 anni e poi smettesse, dopo 30 anni, ovvero all’età di 70 anni, avrebbe un rischio di sviluppare un tumore quasi pari a quello del non fumatore. Perseverando nel vizio invece si continuano ad accumulare mutazioni e il pericolo aumenta inesorabilmente. “Cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?”
 
Fonti:
[http://www.repubblica.it/salute/2016/11/04/news/cosi_il_fumo_fa_impazzire_le_cellule_e_causa_i_tumori-151264770/]
[http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/16_novembre_04/ecco-quanto-fa-male-fumo-perche-puo-causare-tumore-3a11c4fe-a27a-11e6-9bbc-76e0a0d7325e.shtml]
Immagini tratte da:
NoSmoke [http://www.ortopedicoplus.it/fumo-sigaretta-la-salute-del-sistema-muscolo-scheletrico/]
Massa polmonare [http://www.mbamutua.org/lavoce/giornata-mondiale-tumore-al-polmone/]
Contenuto sigarette [http://www.nonfumatori.ch/fumo/cosa-contiene-una-sigaretta]

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