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12/9/2018

Nutrizione e Global Change

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di Pietro Spataro
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​Salve lettori, parliamo della fusione di due mondi complicatissimi: nutrizione e Global Change.
Il tutto parte dall’articolo di Smith e Meyers uscito il 27 agosto su Nature Climate Change e che tratta degli effetti del futuro aumento di anidride carbonica (CO2) in atmosfera sullo sviluppo di colture.
Il problema non ci è nuovo e di certo non può passare inosservato, sfortunatamente però Nature, una delle riviste scientifiche più famose, fa di nuovo scalpore con un articolo con tendenze apocalittiche che fa pensare i lettori più preparati ma tende a terrorizzare, soprattutto quando la notizia vola tra le righe dei media generalisti, i lettori medi.
L’articolo mostra come l’aumento delle concentrazioni di CO2 in atmosfera determini una più difficile acquisizione di ferro e zinco da parte di piante quali ad esempio riso, grano e mais, e una generale diminuzione del tenore proteico medio delle nostre colture di base. Tale concetto causerebbe lo sviluppo, mediante una previsione al 2050, di 175 milioni di persone in più con deficit di zinco e 122 milioni di persone in più con un deficit proteico mentre 1,4 milioni di donne in gravidanza e bambini sotto i 5 anni soggetti all’anemia potrebbero perdere più del 4% di ferro dalla loro dieta.
Il tutto parte dalla previsione secondo la quale il quantitativo di CO2 in atmosfera, e che ha da qualche anno superato i 400 ppm, potrebbero raggiungere i 550 ppm entro il 2050 e i 940 ppm verso la fine del secolo.
Senza nulla togliere ai ricercatori, il cui lavoro è encomiabile, va detta qualche parola in più poiché, nonostante l’effetto dannoso che ha l’alta concentrazione di CO2 in atmosfera sul quantitativo di ferro e zinco, il suo aumento non determina un deficit del tenore proteico univoco in tutte le coltura ma, anzi, tende ad aiutarne alcune. Altro carattere da tenere di conto è l’aumento di produttività delle colture dovuto all’aumento della CO2 che potrebbe portare, col raggiungimento delle suddette 550 ppm del 2050, a un incremento potenziale tra il 23% e il 13% di riso, frumento, orzo, soia, mais e sorgo.
Ciò non vuol essere un “ben venga alla CO2”, preferirei un fulmine sulla testa che essere un negazionista del Global Warming ma preferisco fare chiarezza quando mi trovo davanti alle notizie apocalittiche di giornali come lo statunitense Times o l’italiano Corriere.
 
Immagini tratte da:
https://es.wikipedia.org/wiki/Triticum#/media/File:Trigo.jpg

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