Uno dei periodi più intensamente studiati del clima passato è sicuramente il famigerato Younger Dryas, un periodo della durata di poche migliaia di anni, caratterizzato da una terrificante variazione climatica.
Lo Younger Dryas risulta l’evento terminale dell’ultima glaciazione, datato in un intervallo che va da 12.9 a 11.7 mila di anni fa e si presenta come una riorganizzazione delle correnti oceaniche profonde, una rapida estensione del ghiaccio marino, uno spostamento verso sud della fascia dei venti occidentali, un forte indebolimento dei monsoni delle fasce tropicali e un clima molto simile all’inverno siberiano in tutto il Nord Atlantico, in Europa e Nord America.
L’evento YD si origina in un periodo caratterizzato da condizioni climatiche calde nell’emisfero nord, il cosiddetto Bolling-Allerod, tale evento stava portando allo scioglimento delle immense calotte glaciali che avevano caratterizzato l’ambiente di una glaciazione.
Perché un evento della durata di poche centinaia di anni può aver avuto un effetto così devastante è ancora motivo di studio. La forza del fenomeno ha pochi precedenti, basti pensare che la temperatura delle acque del Mediterraneo in poco tempo si abbassa di 4-5° C, i ghiacciai in fase di scioglimento cominciano a ri-avanzare, in Groenlandia ed Europa cominciano a soffiare venti record e molte specie marine polari raggiungono il Portogallo. Una delle ipotesi più famose che tentano di spiegare l’origine di un evento di tale magnitudo è il rilascio di acqua dolce di fusione dal lago proglaciale di Agassiz (quello che fu il lago più grande del mondo); tale lago copriva circa 841.000 km2 e si originò per lo scioglimento e la lenta regressione della Calotta della Laurentide (il ghiacciaio che copriva tutto il Nord America).
Tredicimila anni fa questo immenso lago bordato dalla calotta glaciale perde, colpa del sifonamento del ghiacciaio stesso, circa 5000 km3 di acqua dolce prodotta dalla sua fusione. Quest’acqua viene drenata dal Mississippi e grazie a questo raggiunge il Mar dei Caraibi. Il risultato di quest’abbondante rilascio di acqua dolce è una diluizione di salinità del Mar dei Caraibi e conseguente indebolimento della Circolazione Oceanica Nord Atlantica, dalla quale dipendono il clima europeo e quello artico.
Una diminuzione della temperatura del polo nord comporta espansione del ghiaccio marino, raffreddamento e rafforzamento dei venti occidentali che da ovest soffiano verso l’Europa. Le zonazioni climatiche cambiano e vengono traslate verso il basso, questo porta più a sud la fascia tropicale e le zone monsoniche comportando riscaldamento dell’emisfero sud.
Altre ipotesi sono relative al drenaggio della calotta glaciale euro-asiatica, chiamata Fennoscandia, o al classico impatto meteorico ma sembra prendere sempre più piede l’idea che lo YD sia un evento indispensabile al processo di deglaciazione, correlandolo a sua volta ad altri eventi di indebolimento della Circolazione Atlantica. Proprio perché è possibile che eventi climatici di questa magnitudo possano avvenire grazie al surriscaldamento naturale del pianeta e allo scioglimento delle calotte, molti cominciano a chiedersi se eventi simili possono ripetersi per colpa delle modificazioni climatiche umane. Lo studio dello YD e di eventi simili è per questo motivo di vitale importanza. Immagini tratte da: https-//www.attivitasolare.com/cambiamenti-climatici-catastrofici-lo-younger-dryas/ http///www.webpages.ttu.edu/dleverin/quaternary_envs/quaternary_environments.html http-//scholar.fgcu.edu/jmuller/files/2012/10/NADW
1 Commento
Amedeo Griffoni
3/12/2022 23:11:11
Effetto del supervulcano Laacher See in Germania
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Ottobre 2022
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