14/10/2016 NON SARA' UN AV-VENTURA: LA GIOVANE ITALIA E' PRONTA A PRENDERSI LA MAGLIA AZZURRA.Read Now
Impatto piuttosto complicato per il nuovo corso guidato da Giampiero Ventura sulle qualificazioni Mondiali. Una squadra profondamente rinnovata e finalmente giovane, vince, ma non convince. Il percorso sarà lungo e tortuoso, ma i talenti ci sono.
Le ultime due partite di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, oltre a quattro punti tanto preziosi, quanto sofferti, hanno portato anche una serie di indicazioni e di spunti di riflessione decisamente interessanti, sia per i metodi di lavoro del nuovo Commissario Tecnico Giampiero Ventura, sia per quello che può essere il futuro del movimento calcistico italiano. Un pareggio soffertissimo con la Spagna che, nonostante non sia più l' “Invincibile Armada” dell' era Del Bosque, resta comunque una nazionale di assoluto spessore ed una vittoria rocambolesca contro la “cenerentola” Macedonia, ma una costante: il ricambio generazionale avviato ed una corposa presenza di ragazzi nati negli anni '90. Finito un ciclo, il biennio dell' era Conte, era necessario un deciso colpo di spugna ed una discontinuità nel modo di gestire la Nazionale di calcio: si è passati da un giovane allenatore di fama ormai internazionale come l' ex Capitano della Juventus, ad un navigato maestro di calcio, come Ventura, che nelle ultime stagioni ha fatto miracoli con giocatori quasi sconosciuti a Pisa (portato sino alle soglie della Serie A), a Bari ed a Torino, sponda granata. Questa scelta è stata compiuta nell' ottica di ricostruire, o almeno provarci, un sistema che stava imbarcando acqua da tutte le parti, dopo i fallimenti dei Mondiali 2010 e 2014, intervallati da buone prestazioni agli Europei della scorsa estate e del 2012, dove l' Italia venne sommersa in finale 4 a 0 da una Spagna decisamente troppo forte per i ragazzi allora allenati da Cesare Prandelli. Il filo conduttore di questa crisi del calcio italiano è stato il doversi affidare ad un gruppo storico che ormai comincia ad essere logoro ed avanti con l' età, senza trovare adeguati ricambi, sia per spessore tecnico, che per carisma. Basti pensare che Buffon, 38 anni, ha esordito in nazionale nel 1997 (spareggio contro la Russia per qualificarsi a Francia '98) e Donnarumma, attuale suo vice in azzurro, sarebbe nato due anni dopo, nel 1999. I vari Totti, Del Piero, Pirlo, Nesta, Cannavaro, Vieri, Gattuso, si sono trovati a non avere eredi, al contrario di quello che succedeva sino ad i primi anni duemila, quando Zoff, Trapattoni ed il primo Lippi, dovevano lasciare a casa gente del calibro di Montella, Cassano, Delvecchio, Chiesa e Baggio per problemi di abbondanza di talenti. Si è deciso di puntare, per i vivai delle società di serie A e B, soprattutto su ragazzi stranieri, a parità di età, fisicamente spesso già più strutturati dei nostri, secondo la logica del “tutto e subito”, o cosa ancora più grave, perchè portati da procuratori senza scrupoli, pronti a riscuotere ricche commissioni in cambio di promesse di sbarco nel grande calcio che nove volte su dieci non avvengono. Da questo deriva a cascata il fatto che agli ultimi Europei abbiamo dovuto schierare elementi che nelle loro squadre non sono titolari (Sturaro, Zaza), oriundi (Eder, Thiago Motta) e giocatori decisamente inadeguati per chi punta ad essere una delle maggiori potenze calcistiche mondiali. Nonostante tutto, siamo riusciti a vendere cara la pelle e ad essere eliminati soltanto ai rigori dai campioni del mondo della Germania, grazie soprattutto alla solidità difensiva del blocco Juventino: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, eccetto il terzo, tutti ultra-trentenni e difficilmente arruolabili per un futuro a medio termine (Europei 2020). Finalmente però sembra esserci una nidiata di giovani di talento pronti ad esplodere. Se è vero che, specialmente contro la Macedonia, in diversi hanno lasciato a desiderare, dall' altra parte è indubbio che il materiale di qualità con cui lavorare a Ventura non manca. Donnarumma ha tutte le caratteristiche del predestinato, pronto a raccogliere l'eredità ed i guantoni di Buffon, probabilmente insieme a Jascin, il miglior portiere di tutti i tempi. Alle spalle del giovane portiere del Milan scalpitano altri prospetti molto interessanti come Meret (Spal), Sportiello (Atalanta) e Cragno (Benevento), senza dimenticare Scuffet, leggermente sparito dai radar dopo un debutto folgorante con l' Udinese un paio di stagioni fa. In difesa Rugani (Juventus) e Romagnoli (Milan) si candidano ad essere la coppia di centrali del futuro: elegante il primo, grintoso ed efficace negli interventi il secondo. Sulle fasce scalpitano Calabria (Milan), Murru (Cagliari), Conti (Atalanta), Zappacosta (Torino) e l'ormai veterano, a dispetto dell' età ancora verdissima, De Sciglio. Anche il centrocampo è ben assortito, guidato dalla stella, Marco Verratti (Paris Saint Germain) e rimpolpato da Benassi (Torino), Baselli (Torino), Sturaro (Juventus), che molti vedono come un potenziale nuovo Gattuso, ma anche da Florenzi (Roma), Bertolacci (Milan) e Cataldi (Lazio), che ormai fanno parte stabilmente dell' undici titolare dei propri club. Senza dimenticare i vari Verre (Pescara) Pellegrini (Sassuolo), Mazzitelli (Sassuolo) e Locatelli (Milan), che solo ora si stanno affacciando al grande calcio, ma che promettono di fare scintille in un futuro prossimo. Il più grande punto interrogativo della nostra nazionale negli ultimi anni è stato l' attacco: infatti non hanno mai pienamente convinto Eder e Pellè, incalzati da un Immobile rigenerato dalla cura Lazio, dal “gallo” Belotti (Torino) e da una foltissima batteria di esterni e mezzepunte di sicuro talento come Bernardeschi (Fiorentina), Insigne (Napoli), El Shaarawy (Roma), Berardi (Sassuolo), oltre all' eterno incompiuto Balotelli, che ora a Nizza sembra aver accantonato i panni del Bad-Boy ed una serie infinita di ottimi prospetti direttamente dall' Under 21 di Di Biagio, come per esempio: Di Francesco (Bologna), Cerri (Spal), Ricci (Sassuolo) e Petagna (Atalanta). Proviamo ad ipotizzare, così per gioco, una Nazionale tutta “anni 90”, magari con il 4-2-4 tanto caro a Mister Ventura: Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Rugani, De Sciglio, Verratti, Sturaro, Florenzi, Belotti, Insigne, Bernardeschi. Come si vede, ci sono decisamente problemi di abbondanza in tutti i reparti. Il futuro è dalla nostra parte, sarebbe opportuno però cambiare un po' mentalità, a partire dal tifoso che non deve fischiare il giovane alla prima incertezza, per arrivare al giornalista, che non deve giocare al massacro, sul quotidiano del giorno dopo, ingigantendo errori che ci possono stare, perchè fino ad ora di Maradona, purtroppo ne è nato solo uno, nemmeno lui esente da difetti, anzi. Immagini tratte da: Immagine 1 da www.panorama.it Immagine 2 da www.goal.com
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