Juventus CAMPIONE D’ITALIA per la quinta volta consecutiva e trentaduesimo scudetto della storia bianconera, anche se la società e il popolo bianconero ne contano trentaquattro, per la ormai conosciuta diatriba intorno alla vicenda giudiziaria di Calciopoli. Un’impresa che fino a fine Ottobre sembrava impossibile. Un inizio di campionato disastroso cominciato con la sconfitta casalinga contro l’Udinese e continuata alla seconda giornata con la sconfitta per 2-1 all’Olimpico contro la Roma divenuta, in quel momento, la favorita per aggiudicarsi il tricolore. Ma non finisce qui. L’inizio disastroso continua partita dopo partita. Il punto più basso viene raggiunto dalla squadra di Allegri a Reggio Emilia dove perde 1-0 contro il Sassuolo, ritrovandosi così al quattordicesimo posto con soli 10 punti conquistati e un distacco di undici punti dalla vetta. Le critiche piovono sull’allenatore Massimiliano Allegri e soprattutto sulla dirigenza juventina rea di aver ceduto, durante la sessione estiva di calciomercato, pilastri portanti come Andrea Pirlo, Carlos Tevez ed Arturo Vidal, tre che l’anno prima avevano trascinato la squadra a vincere lo Scudetto, la Decima Coppa Italia e a raggiungere la finale di Champions League, rimpiazzandoli con un campione del mondo come Sami Khedira dalla condizione fisica precaria e da una giovane stella come Paulo Dybala, ma ritenuto forse ancora acerbo per prendersi sulle spalle questa responsabilità enorme. Proprio la sconfitta contro il Sassuolo rappresentò il vero spartiacque della stagione. Alla fine della partita, negli spogliatoi, il capitano Gianluigi Buffon e poi Patrice Evra presero la parola caricando l’ambiente ed i compagni di squadra. I risultati della stigliata si videro immediatamente. Nella giornata successiva di campionato la Juventus si aggiudicò il derby con il Torino con un goal di Juan Cuadrado al 94’. Come un carro armato la squadra di Allegri non si fermò più, vincendo una partita dopo l’altra, battendo in ordine: Empoli, Milan, Palermo, Lazio, Fiorentina, Carpi, HellasVerona, Sampdoria,Udinese, Roma, Chievo Verona, Genoa, Frosinone. E dopo quattordici vittorie consecutive, ottenute con le magie dalla Joya Dybala (tanto criticato ad inizio anno e poi tanto amato) e con la solita difesa impenetrabile, arrivò il match clou contro il Napoli, campione d’inverno, ma con due punti di vantaggio sulla Juventus. Allo Juventus Stadium la Juve si prese la rivincita battendo la squadra partenopea per 1-0, con rete di Simone Zaza a dieci minuti dal termine. Quindicesima vittoria consecutiva, rimonta completata e primato in solitaria. Nel frattempo Gianluigi Buffon stabilisce e supera il record di Sebastiano Rossi per minuti di imbattibilità, esattamente il numero uno bianconero raggiunge i 974’ senza subire nessuna rete. La Juventus diventa sempre più inarrestabile aumentando il distacco dalla seconda fino ad arrivare alla 35esima giornata che sancisce la vittoria matematica del 32° Scudetto per la società di Agnelli. Infatti vincendo 2-1 a Firenze e con la sconfitta del Napoli contro la Roma il distacco della vecchi signora dal Napoli aumenta a 12 punti e con tre giornate dal termine, la Juventus mette la parola fine ad una delle rimonte più belle della storia della Seria A. E’ la seconda volta (la prima si data negli anni ’30) che la società di Corso Galileo Ferraris riesce a vincere per cinque volte consecutive il Tricolore raggiungendo, anche in questo caso, un vero e proprio record! Immagini da:
- Goal di cuadrado: www.juventusclubdocmussomeli.it - Goal di Zaza: www.dailymail.co.uk - Festeggiamenti: www.juventus.com - Dati: www.sportmediaset.mediaset.it
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Eccola come ogni anno, ormai dal 1892, la più antica, infatti è soprannominata la Doyenne (Vecchia Signora) corsa di ciclismo maschile su strada in linea di un giorno. Una delle Classiche per eccellenza, che vengono disputate da metà Gennaio fino ad Ottobre. La Liegi-Bastogne-Liegi è per il suo prestigio una delle cosiddette Classiche Monumento (insieme alla Milano-Sanremo, Il Giro delle Fiandre, La Parigi-Roubaix ed il Giro di Lombardia) che sono inserite nel calendario del World Tour organizzato dall’UCI (Unione Ciclistica Internazionale). Viene sempre disputata la quarta Domenica d’Aprile nella regione della Vallonia (Belgio). Il Belgio e in generale il Nord Europa sono patrie di grandi ciclisti e percorsi insidiosissimi. Forse non a caso il ciclista che ha vinto più volte questa classica è proprio Eddy Merckx, soprannominato il Cannibale. Ci riuscì per ben cinque volte (nel ‘69-‘71-‘72-‘73-’75) a tagliare per primo il traguardo nella corsa della sua nazione natìa. Su 101 edizioni ben cinquantotto volte è stata vinta da ciclisti provenienti proprio dal Belgio. Il primo fu quel Leon Houa che fondò la corsa e vinse le prime tre edizioni della Liegi (le prime due corse sono state disputate da solo ciclisti dilettanti). La tradizione di vittorie di ciclisti provenienti dal Belgio pero’ è scemata, infatti dal 1976 ad ora li ha visti primeggiare solo cinque volte con Joseph Bruyere nel ’76, Eric Van Lancker nel ’90, Dirk De Wolf nel ’92, Fran Vandenbroucke nel’99 e Philippe Gilbert nel 2011. Dietro ai ciclisti belgi per numero di vittorie ci sono gli italiani che hanno vinto la corsa dodici volte. Il Nostro rappresentante più illustre è Moreno Argentin che la vinse per ben quattro volte (secondo solo a Merckx per numero di vittorie). La Liegi-Bastogne-Liegi è anche chiamata la corsa degli italiani, non per il numero di vittorie conquistate, ma perché la Vallonia è una terra che accoglie una delle più grandi comunità di emigrati italiani al mondo. Come in tutte le gare di ciclismo, oltre la dedizione che l’atleta deve mettere prima della gara (riscaldamento, alimentazione ecc..) è l’attenzione durante il percorso che in realtà determina quasi tutto. Anche se a volte, soprattutto nelle classiche del Nord, il meteo (pioggia,vento e freddo) è il fattore cruciale che può stravolgere l’andamento dell’intera gara e renderla, per gli spettatori, più interessante. La gara si svolge su un percorso lungo 260 Km che per lo più costeggia la parte belga del massiccio delle Ardenne (regione naturale che si estende tra il Belgio,la Francia ed il Lussemburgo). Percorso collinoso dove le valli formano le famose còtes che caratterizzano la corsa. Domenica 24 Aprile si svolgerà la 102° edizione e rispetto allo scorso anno, il percorso prevede una piccola modifica. Oltre ai famosi punti chiave della corsa come la Redoute, la Roche-Aux-Faucons ed il San Nicolas, è stata aggiunto la Cote de la Rue Naniot (un breve strappo di 600m, ma con pendenze severe) prima dell’arrivo di Ans. Immagini tratte da:
- Logo: www. belgioturismo.it - Merckx: wikipedia, Foto43 - 1960's Cycling, CC BY 2.0 - Ardenne: wikipedia, Aline, CC BY 3.0 - Altimetria: www.blastingnews.com - Valverde: wikipedia, Jérémy-Günther-Heinz Jähnick , CC BY 3.0
Parma è una città in festa. Ieri il Parma Calcio 1913 (il nuovo nome della squadra calcistica dopo il fallimento dell’ anno scorso del Parma F.C.) battendo il Delta Rovigo 2-1, con i goal di Guazzo al 17’ e di Corapi al 83’, dopo il momentaneo pareggio di Boilini al 51’, ha vinto il campionato di serie D, assicurandosi il primo posto nel girone D con tre gare di anticipo e raggiungendo la promozione in Lega Pro. È un ritorno fra i professionisti per una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano. La nuova squadra di Parma guidata dal mister Luigi Apolloni e dal presidente Nevio Scala ha dominato il suo girone del campionato Dilettanti guadagnandosi con merito l’accesso fra i professionisti per la stagione 2016-2017.
Il Parma ritrova la felicità e la serenità dopo le drammatiche vicende giudiziarie dell’anno scorso, con falsi proprietari e presidenti che hanno illuso e deluso la città e la squadra. Ma guardiamo più da vicino la straordinaria cavalcata del Parma iniziata il 6 Settembre del 2015. Ha raggiunto quota 85 punti in 35 gare con 25 vittorie, 10 pareggi e 0 sconfitte, realizzando la bellezza di 73 reti e subendone solo 15: 10 in casa e solo 5 in trasferta!
Numeri che mettono in evidenza il meraviglioso cammino della squadra, ma prima di tutto la grandissima volontà di ritornare al più presto fra i professionisti. Tutta la squadra merita un plauso grandissimo e fragorosissimo, ma una menzione speciale è rivolta innanzitutto al capitano della squadra: Alessandro Lucarelli, classe 1977, che ha deciso di ricominciare con la sua squadra dalla serie D, fornendo ai nuovi compagni un modello da imitare e un punto di riferimento in campo e fuori del campo. Il capitano ha dimostrato un fortissimo affetto per la maglia e i per colori che rappresentano questa società e questa città.
La nuova società ha creato un gruppo affiatato, potremmo dire quasi familiare, come dimostrano la presidenza di Nevio Scala e di Luigi Apolloni. Il primo è stato allenatore del Parma dal 1989 al 1996 ottenendo grandissimi successi, coma la vittoria della coppa UEFA nel 1995. Il secondo invece è stato giocatore del Parma dal 1987 al 1999 vincendo tantissimi trofei.
Questa del Parma Calcio 1913 è una bellissima storia conclusasi nel migliore dei modi. È una lezione che deve essere appresa da tutti coloro che del calcio, oggi giorno, ne fanno solo business e interesse personale. Il Parma ha dimostrato che con orgoglio, con dedizione, con passione e con amore, pur ripartendo dal fondo, si possa giungere nuovamente in alto. Questo dovrebbe essere il calcio e questi valori incarnati dalla squadra emiliana dovrebbero essere perseguiti da tutti coloro che fanno del calcio il proprio lavoro.
La stella del Parma è tornata a brillare e speriamo che possa continuarlo a fare sempre di più con promozioni e successi futuri che hanno fatto di questa squadra, negli anni passati, uno dei club più importanti a livello mondiale.
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- Pagina Facebook: Parma Calcio 1913 Questa notte è la notte tanto attesa di tutti gli appassionati della palla a spicchi d’Oltreoceano, iniziano i Playoffs NBA ed andare a letto ora sarà sempre più dura. Le 16 squadre qualificate (8 ad Ovest e 8 ad Est) si contenderanno l’accesso alle Finals per aggiudicarsi il titolo di campione NBA ed alzare il Larry O’Brien Trophy che ti permettere di vincere quell’Anello che ognuno di noi che abbia mai giocato a basket, ha sempre sognato forse più dell’anello nuziale. Ad Est regna l’equilibrio in virtù di un livello leggermente più basso rispetto all’Ovest ad eccezione della super favorita fin dall’inizio della stagione, i Cleveland Cavaliers del figliol prodigo LeBron James che è tornato a casa proprio per cercare di farsi perdonare dai suoi tifosi dopo il “tradimento” che 5 anni fa lo vide abbandonare i Cavaliers per i Miami Heat. L’annata per i Cavaliers non è stata entusiasmante visto il minino sforzo fatto per aggiudicarsi il primo posto della Conference, in una stagione piena di alti e bassi e dal momento che inoltre a Febbraio hanno esonerato il coach David Blatt per sostituirlo con l’assistente Tyronn Lue, alla sua prima esperienza come capo allenatore. La stagione per i Cavaliers dipenderà molto da come i compagni di LBJ affronteranno questi playoff e soprattutto le altre due stelle della squadra Kyrie Irving e Kevin Love. Le possibili outsider, per il titolo ad Est della franchigia dell’Ohio potranno essere i Toronto Raptors ed i Miami Heat. I Raptors (unica franchigia canadese in NBA) punteranno tutto sulla loro coppia funambolica Lowry-DeRozan per far sognare i fans canadesi. Gli Heat nonostante l’assenza di un campione come Chris Bosh sono riusciti a raggiungere il terzo posto in griglia e non bisogna mai darli per spacciati. Guidati da coach Spoelstra hanno un’ottima difesa e tanto talento e nonostante i 34 anni sempre un grande Dwayne Wade. Ad Ovest i Golden State Warriors non possono che non essere i favoriti, dopo aver infranto un record che sembrava potesse rimanere tale per sempre. Giocatori e allenatore (Steve Kerr) giovani, giocano una pallacanestro mai vista prima basata sui ritmi altissimi per far fronte alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Golden State ha stabilito il nuovo record di vittorie in regular season con 73 vittorie su 82 gare disponibili battendo le 72 vittorie dei Bulls del 95/96 di “His Airness” Michael Jordan. Non bastasse questo record per i Golden State Warriors, l’uomo franchigia della squadra della Baia di San Francisco ha stabilito il record di tiri da 3 messi a segno in una singola stagione. Steph Curry infatti ha realizzato 402 tiri da 3 nella sola regular season. Numeri mai visti prima, realizzati da un giocatore che a guardarlo sembra un normalissimo atleta (Altezza 191 cm, Peso 86 Kg) ma che i numeri dicono sia un vero fenomeno, miglior realizzatore della lega con 30.1 punti di media per partita, 6.7 assist, 5.4 rimbalzi e 2.14 palle rubate (anche in questa statistica il migliore della lega). Questi numeri gli faranno vincere per la seconda volta consecutiva il premio di MVP della stagione regolare. Anche se sembra che la strada per i Warriors sia spianata verso il titolo c’è un’altra squadra che ha vinto tanto (65 partite) e può dare filo da torcere ai GSW e sono i San Antonio Spurs del coach più bravo della lega Greg Popovich. Organizzazione é l’unica parola d’ordine che conoscono nell’Alamo che da 20 anni sono guidati dallo stesso allenatore che ha portato in Texas 5 titoli NBA e non vogliono finire. Trascinati dall’esperienza dell’intramontabile trio Parker-Ginobili-Duncan e da Kawhi Leonard. Per il passaggio del primo turno pronostico ad est Cleveland,Toronto,Miami e Atlanta e ad Ovest Golden State ,San Antonio, Oklahoma e Los Angeles Clippers. Buon playoffs NBA a tutti! Immagini tratte da:
-The Larry O'Brien Championship Trophy da Wikipedia inglese, Di Rico Shen - Rico Shen, GFDL, voce "The Larry O'Brien Championship Trophy" - LeBron James da Wikipedia italiana, By Keith Allison from Hanover, MD, USA - LeBron James, CC BY-SA 2.0, voce "LeBron James" - Stephen Curry dribbling 2016 (cropped) da Wikipedia italiana, By Keith Allison from Hanover, MD, USA - Stephen Curry, CC BY-SA 2.0, voce "Stephen Curry" - Playoffs da NBA.com |