Ventunesima edizione in Polonia
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Dal 16 al 30 giugno in Polonia si svolgerà la ventunesima edizione dell’Europeo di calcio maschile Under 21. Un torneo sempre molto interessante che ci mostra i giovani calciatori all’opera, alcuni già affermati e altri in rampa di lancio, per entrare nell’elite del calcio che conta. In un periodo come quello di giugno, dove il calciomercato inizia ad accendersi con una certa intensità e quindi non c’è occasione migliore per mettersi in mostra agli addetti ai lavori.
Un Europeo che vedrà sperimentare, per la prima volta, la quarta sostituzione nei tempi supplementari e i cartellini gialli e rossi per gli allenatori e lo staff nell'area tecnica. Le città polacche che ospiteranno i campionati europei 2017 sono sei: Lublino-Arena Lublin, capienza 15500; Kielce-Kolporter Arena, capienza 15500; Tychy-Stadion Miejski, capienza 15300; Cracovia-Stadion Cracovii, capienza 15016; Gdynia-Stadion Mosir, capienza 15139; Bidgoszcz-Stadion Polonii Bydgoszcz, capienza 20247. ![]()
Oltre alla selezione polacca, qualificata di diritto come Paese ospitante, ce ne saranno altre undici che si sono aggiudicate il pass dopo i due anni di qualificazioni. Le undici nazioni qualificate sono: Portogallo, Danimarca, Inghilterra, Slovacchia, Germania, Repubblica Ceca, Svezia, Italia, Macedonia, Spagna e Serbia.
Dodici squadre che sono state divise in tre gironi da quattro: -GIRONE A: Polonia, Slovacchia, Svezia, Inghilterra; -GIRONE B: Portogallo, Serbia, Spagna, Macedonia; -GIRONE C: Germania, Repubblica Ceca, Danimarca, Italia. Accederanno alle semifinali le prime di ogni girone e la migliore seconda classificata. GLI AZZURRI- martedì scorso il CT italiano Gigi Di Biagio ha diramato la lista dei ventitré convocati per la manifestazione.
Di seguito i 23 CONVOCATI con numerazione ufficiale e fra parentesi le squadre di club di appartenenza:
Portieri 17 Alessio Cragno (Benevento) 1 Gianluigi Donnarumma (Milan) 19 Simone Scuffet (Udinese) Difensori 3 Antonio Barreca (Torino) 14 Davide Biraschi (Genoa) 2 Davide Calabria (Milan) 13 Mattia Caldara (Atalanta) 12 Andrea Conti (Atalanta) 22 Alex Ferrari (Verona) 23 Nicola Murru (Cagliari) 4 Daniele Rugani (Juventus) Centrocampisti 15 Marco Benassi (Torino) 5 Danilo Cataldi (Genoa) 18 Roberto Gagliardini (Inter) 8 Alberto Grassi (Atalanta) 21 Manuel Locatelli (Milan) 6 Lorenzo Pellegrini (Sassuolo) Attaccanti 7 Domenico Berardi (Sassuolo) 10 Federico Bernardeschi (Fiorentina) 9 Alberto Cerri (Pescara) 20 Federico Chiesa (Fiorentina) 16 Luca Garritano (Cesena) 11 Andrea Petagna (Atalanta) Rosa italiana molto interessante che vede in Donnarumma, Rugani, Berardi, Bernardeschi, Caldara, Conti, Grassi e Petagna i nomi di spicco di questa nazionale. Questa rosa è considerata la migliore degli ultimi dieci anni. Gli azzurri debutteranno domenica 18 giugno a Cracovia con la Danimarca. Gli altri due impegni saranno mercoledì 21 giugno, dove affronterà a Tychy la Repubblica Ceca, e sabato 24 giugno, dove sarà impegnata nuovamente a Cracovia nella terza e ultima gara del girone contro la Germania. Immagini tratte da:
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2/6/2017 Il Crotone rimane in serie A: i Pitagorici completano una rimonta impensabile fino a due mesi faRead Now
Venti punti in classifica negli ultimi due mesi di campionato, più che in tutto il resto della stagione. Un ruolo di marcia da qualificazione in Champions League. Il Crotone ha raggiunto la salvezza attraverso il lavoro, la grinta e l'umiltà, sapendosi guadagnare anche quella giusta dose di fortuna che non stona mai.
A fine girone di andata il Crotone era praticamente retrocesso, quasi deriso da chi tutte le domeniche passeggiava sui malcapitati calabresi, considerati inadeguati per la Serie A. Era la matematica a parlare chiaro: nove punti conquistati in venti partite che avevano quasi archiviato qualsiasi discorso sulla salvezza, se non in chiave utopistica.
Dopo l'exploit dello scorso anno in Serie B occorreva confermarsi, cosa che non è riuscita in tempi recenti a realtà come Novara, Frosinone e Carpi e un paio di lustri fa a Como e Ancona. Ben undici partite solo per cogliere la prima vittoria, un distacco dalla zona salvezza superiore ai punti conquistati in classifica. In fondo il Crotone inadeguato lo era per davvero, con un gruppo costruito con pochi spiccioli, con gli eroi della promozione, nonché i giocatori migliori, ceduti in estate. Due su tutti: Budimir, finito a scaldare la panchina della Sampdoria, e Ricci, reduce da un'esperienza di alti e bassi al Sassuolo. Sono arrivati molti giovani di belle speranze, uniti a stranieri semisconosciuti: Rohden, Simy, Tonev, Nalini, Acosty e Trotta tra gli altri, ma soprattutto un bomber, quel Falcinelli che è già stato chiamato in Nazionale da Ventura, complice un rendimento al di sopra a qualsiasi aspettativa. In tutto ciò, a gennaio era stato ceduto anche il giocatore più rappresentativo, Palladino, a una diretta concorrente come il Genoa, segno di una resa che sembrava ormai evidente. Nonostante le critiche della carta stampata e della tifoseria per l'allenatore Davide Nicola, la società del presidente Vrenna non ha mai preso in considerazione un possibile esonero, e ha avuto ragione: si è concretizzato il miracolo, a partire da una vittoria fortunata a Verona, con un gol in “zona Cesarini”. Successivamente abbiamo assistito alla marcia di un vero e proprio schiacciasassi, sei acuti nelle ultime nove partite, in cui i calabresi hanno fatto più punti della Juventus campione d’Italia.
In altri anni, in altri campionati livellati meno verso il basso, probabilmente tutto ciò sarebbe stato decisamente lodevole, ma non sarebbe bastato, però stavolta abbiamo assistito al suicidio sportivo dell'Empoli, con un girone di ritorno da incubo, concretizzatosi con una sconfitta con una compagine, il Palermo, già retrocessa da tempo. I Toscani sono riusciti a perdere contro quel che rimaneva dei siciliani dopo i disastri dell'ultimo periodo di gestione Zamparini, dilapidando, nel corso dei mesi, un vantaggio sulla zona retrocessione che aveva sfiorato anche i dieci punti
Qualcuno aveva messo in dubbio l'impegno dei rosanero nell'ultima partita: non avevano nessuno stimolo, se non quello di cercare di salvare la faccia e lo hanno fatto, dando una grossa mano ai Pitagorici. Questa però dovrebbe essere solo la normalità e in fondo il Crotone non deve ringraziare nessuno, la salvezza se l’è meritata tutta sul campo: nessuno gli ha regalato niente, anzi. La favola del Crotone assume un significato profondo, quasi romantico: in una Serie A mediocre, fatta per lo più di società senz’anima, senza soldi, di scommesse, di campioni di plastica, costruiti a tavolino, di stadi vuoti, di tessere del tifoso, di formazioni che non hanno mostrato alcun attaccamento alla maglia e di bandiere ammainate, i calabresi sono stati gli unici a metterci davvero cuore, sacrificio, passione. I ragazzi di Nicola ci hanno fatto un bellissimo regalo, ci hanno dimostrato quanto può essere ancora bello il calcio nella sua dimensione più circoscritta, al di fuori delle grandissime città, dove in curva o negli altri settori ci si conosce tutti, dove abbiamo cominciato ad appassionarci perché ci accompagnavano il babbo o il nonno, dove non importa avere abbonamenti a Sky e decine di Sky-Cam dedicate, tanto che i Crotonesi, domenica sera, erano tutti allo stadio. Sputando sangue in settimana in allenamento, sentendosi dire da ogni parte che non ce l'avrebbero fatta, ma lottando ogni domenica dal primo all’ultimo minuto, battendo i denti quotidianamente contro i propri limiti per arrivare a superarli nel momento più importante, alla fine è successo qualcosa di impensabile. Miracoloso? Forse, sicuramente frutto del lavoro di chi ci ha sempre creduto. |