di Enrico Esposito
Il 2018 si sta rivelando un anno straordinario per il tennis italiano maschile. Sono infatti ben cinque i tornei conquistati dai nostri portacolori senza contare i piazzamenti di prestigio ai tornei del Grande Slam e la grande possibilità di rimpolpare il bottino sino a fine anno. Finalmente dopo stagioni di magre soddisfazioni anche in confronto agli splendidi trionfi delle "colleghe", gli azzurri sono tornati a far sentire la voce grossa in ambito internazionale mettendo in mostra due giovani talenti come il ventiduenne Matteo Berrettini e il venticinquenne Marco Cecchinato, e riportando in auge un sempreverde Fabio Fognini, che all'età di trentuno anni ha tutte le carte in regola per migliorare quel tredicesimo posto nella classifica Atp raggiunto nel 2014. Una squadra variegata e in fiducia, che lascia sperare per una rinascita collettiva in ottica Coppa Davis.
Partiamo con Fognini. L'atleta originario di San Remo ha portato a casa domenica 22 luglio la seconda vittoria stagionale, battendo in finale sulla terra rossa di Bastad in Svezia il francese Gasquet con il punteggio di 6-3 3-6 6-1. Il tennista, marito di Flavia Pennetta, ha bissato il successo ottenuto a San Paolo lo scorso 4 marzo, quando sconfisse il il cileno Nicolas Jarry per 1-6 6-1 6-4. La rimonta è una delle armi caratteristiche di Fognini, che nel corso della sua lunga carriera si è reso protagonista di alti e bassi, anche in virtù di una personalità spiccata e sanguigna. Nel 2015 sul cemento degli Us Open, il ligure riuscì a battere al terzo turno Sua Maestà Rafa Nadal, interrompendo una striscia consecutiva di centocinquantuno match vinti da parte di quest'ultimo, mentre agli Internazionali di Roma nel 2017 ha avuto la meglio sullo scozzese Andy Murray, numero due e campione uscente. Anche nell'ultima edizione del Foro Italico il campione ligure ha compiuto un ottimo cammino protrattosi sino ai quarti di finale (persi contro Nadal), raggiungendo il suo migliore risultato di sempre in questa competizione. I suoi sette titoli ATP sono stati conquistati tutti sulla terra battuta, superficie preferita dall'azzurro, che in carriera ha conquistato anche quattro successi in doppio, in coppia con Simone Bolelli. Come detto ad oggi, dopo la recente vittoria svedese, egli si trova ad occupare la posizione n.14 del ranking mondiale, e ora nel mirino ha la top-ten, che magari potrebbe avvicinare ulteriormente questa settimana grazie alla partecipazione al torneo messicano di Los Cabos (cemento). Nello stesso giorno in cui Fabio Fognini vinceva a Bastad, Marco Cecchinato con il successo in finale sulla terra rossa di Umago in Croazia, si portava a casa la seconda vittoria di un 2018 per lui straordinaria. Il tennista palermitano, che ad Aprile era numero 100 al mondo, sta vivendo da aprile in poi il periodo di forma più eccezionale della sua attività al punto da aver raggiunto la posizione n.22 del ranking. Un'escalation vorticosa quella del giovane siciliano, che, dopo una squalifica comminatagli nel luglio 2016 per presunti giri di scommesse e poi decaduta, si è rimesso in carreggiata affidandosi all'allenatore Simone Vagnozzi e trovando una tranquillità mentale mai posseduta in precedenza. Anche per lui la terra battuta rappresenta il teatro principale dei suoi exploits, come dimostrano la conquista del torneo di Budapest il 29 aprile scorso, sconfiggendo in finale l'australiano Millman con il punteggio di 7-5 6-4 e il trionfo di Umago del 22 luglio ai danni dell'argentino Pella strapazzato in due set (6-2, 7-6). "Ceck" è salito in questa stagione agli onori delle cronache grazie al fantastico cammino nel Roland Garros, che l'ha visto issarsi fino in semifinale, dove ha dovuto alzare bandiera bianca al cospetto dello specialista Dominic Thiem, austriaco, che l'ha battuto per 7-5 7-6 6-1. L'azzurro da perfetto outsider compie un percorso sorprendente eliminando in serie la testa di serie numero 11 Busta, il numero 9 Goffin e ai quarti Novak Djokovic (con il punteggio di 6-3 7-6 1-6 7-6), meritandosi un'incredibile semifinale in un torneo del Grande Slam trent'anni dopo Corrado Barazzutti, sempre di scena sul circuito parigino. Un traguardo di formidabile prestigio per il bombardiere siculo, che ha nel dritto il suo colpo preferito, e all'alba dei ventisei anni si appresta a vivere una carriera ricca di sorprese e aspettative. E infine lui, Matteo Berrettini. Dopo la doppia impresa Fognini - Cecchinato (era dal 1977 che i tennisti italiani non vincevano quattro tornei in una stagione), è arrivata nella giornata di ieri la ciliegina sulla torta confezionata dal giovanissima atleta romano, classe 1996, che si è aggiudicato con uno strapotere assoluto l'edizione 2018 del torneo svizzero di Gstaad (terra rossa), battendo in finale l'esperto collega spagnolo Agut per 7-6 6-4, e soprattutto capace di non lasciare agli avversari neanche un set lungo tutto l'arco della competizione. Una prova di forza scintillante, per Berrettini, che diventa il ventiquattresimo italiano ad aggiudicarsi un trofeo ATP, il numero 61 della storia per la nostra nazione, e si insedia alla posizione n.54 della graduatoria maschile. Dopo la vittoria nel singolare, egli ha continuato a saziare la sua fame trionfando anche nel doppio in coppia con Daniele Bracciale. Berrettini e il suo servizio implacabile (ha vinto senza perdere mai la battuta), un'altra freccia mortifera all'arco sfavillante del tennis italiano. Immagini tratte da: Immagine 1 da sportmediaset.sportmediaset.it Immagine 2 da ladige.it Immagine 3 da gazzetta.it
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