Per l'importanza che Dante Alighieri ha ricoperto nella formazione del bagaglio letterario e culturale d'Italia, la storia di Paolo e Francesca non è mai passata inosservata, non solo ai critici letterari, ma agli occhi di migliaia di studenti italiani che hanno appreso proprio sui banchi di scuola la presunta tragica fine dei due cognati presi dall'amore l'uno per l'altra. La storia dei due innamorati che si evince dal testo di Dante può grazie anche all'aiuto di numerosi letterati e storici essere completamente ricostruita. Se sull'identità dei personaggi della vicenda non resta quasi alcun dubbio, un alone di mistero ha avvolto il luogo in cui i fatti sono avvenuti. Dove si sono incontrati Paolo e Francesca? Qual è la stanza in cui il libro Galeotto ha spinto la giovane Francesca all'adulterio? Ed ancora, è nella stessa stanza che gli amanti sono stati uccisi dal fratello di Paolo e marito di lei? Seppure qualche dubbio miri a sottrarre la paternità dell'amore al castello-fortezza marchigiano, si può ormai esser certi che il Castello di Gradara sia stato il luogo dove storicamente si è verificata la vicenda letteraria narrata nella Divina Commedia e che, al pari della storia di Lancillotto e Ginevra o di Tristano ed Isotta, ha avuto una eco incredibile nel panorama della letteratura. Mentre le ultime due coppie di innamorati restano incastrate però nella leggenda, quella di Paolo e Francesca è una storia comune a quelle dell'epoca e soprattutto reale. Fig. 1 Paolo e Francesca, Dante Gabriel Rossetti, 1885. Fig.2 Borgo di Gradara Il castello di Gradara, grazie alla felice posizione in cui è sorta verso il XII secolo, è sempre stato teatro di scontri durante il Medioevo fra lo Stato Pontificio e le potenti casate marchigiane-romagnole. La fortuna ha consentito al castello di non essere mai abbandonato ma sempre reclamato, accudito, ampliato dai più famosi condottieri della storia italiana. Anche se il nucleo più antico è associato al nome della famiglia De Grifo, e prima ancora ai romani Demetri, Malatesta, da Montefeltro, Sforza di Pesaro e poi de Medici, sono solo alcuni nomi delle famiglie che si occuparono che questo castello non cedesse il passo al tempo e, stanco, divenisse nostalgici resti di una storia gloriosa. Proprio a una di queste famiglie apparteneva lo sposo di Francesca da Polenta, figlia del signore di Ravenna, che secondo lo spietato gioco di alleanze matrimoniali aveva dovuto acconsentire all'unione con il Malatesta Giovanni detto Giangiotto o “zoppo” nel 1275. Per gli impegni politici del marito, podestà di Pesaro, a cui non era concesso di portare la famiglia con sé, Francesca trascorreva le giornate sola in uno dei castelli più sicuri dell'epoca con le sue doppie mura e il fossato profondo. Fu sicuramente in una di queste giornate solitarie che i cognati si imbatterono in un libro che raccontava della storia di Lancillotto e Ginevra che consumarono la loro storia d'amore con l'aiuto di Galeotto, tradendo uno la fiducia del suo re e fedele amico e l'altra quella del marito. Il castello è inserito in un borgo di case e botteghe, dove oggi, come all'epoca, fioriscono botteghe artigianali e musei di ogni genere, compreso quello della tortura. Numerosi viottoli in salita conducono al castello che domina completamente il borgo. Fig.3 Particolare del borgo Dopo che il castello fu messo in vendita, a partire dal 1920 iniziò a ritornare ai suoi gloriosi fasti grazie all'opera di restauro dall'ingegner Umberto Zanvettori, che investì tutti i suoi beni per la buona riuscita del progetto. Il castello è costituito da numerose stanze, 14 delle quali sono visitabili, tutte ben tenute, con mobili e armature che richiamano a quelle dell'epoca e diverse opere d'arte come la pala di Santa Sofia di Giovanni Santi e una terracotta di Andrea della Robbia. Numerose le stanze con affreschi attribuiti al bolognese Amico Aspertini, come la sala del Consiglio e quella della Passione, fino ad arrivare alla stanza più suggestiva di tutto il castello, la camera da letto di Francesca, e quella in cui furono presumibilmente trafitti a fil di spada i due amanti. Le piccole osterie sono a conduzione familiare e assicurano ai visitatori dei piatti sani e gustosi a prova di tradizione. Il piatto tipico del luogo sono i Tagliolini con la Bomba, che prendono il nome curioso dallo sfrigolio dell'olio bollente prodotto a contatto con il brodo dei tagliolini. Figg. 4-5-6 Particolari del Castello, interno. Fig. 7 Tagliolini con la Bomba Inserito nella nuova provincia di Pesaro-Urbino, Gradara offre dei paesaggi mozzafiato soprattutto prima di raggiungere la rocca. Se volete visitare il castello tra i mesi di aprile e settembre, è consigliabile prenotare con largo anticipo o acquistare la priorità direttamente sul sito. Visitare il borgo è gratuito. Il costo di ingresso al castello è di 4 euro intero, 2 euro ridotto. Il castello e il borgo di Gradara vi affascineranno con i loro ulivi che lo circondano e che danno l'idea di come doveva essere l'ambiente a partire soprattutto dal XIV sec., all'apice del suo splendore. Fig. 8 Castello di sera
Una volta visitato il Castello e le sue stanze, riprenderete in mano il V Canto dell' Inferno e inizierete ad immaginare come i personaggi si muovessero all'interno e come, fra qualche sguardo e l'altro, l'amore dei due divampasse portandoli inesorabilmente alla morte. Immagini tratte da : 1 www.cuadrosyvinilos.com 2 www.magicicastelli.it 3 www.sentieriautore.it 4 www.riverflash.it 5 www.musei.marche.it 6 www.gradaraorg.it 7 www.gradarainnova.it 8 www.castellodigradara.org
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