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1/8/2016

Borghi Fantasma d'Italia: quelli da non perdere!

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​di Lorenza Gerratana
A chi piace viaggiare in macchina immersi nelle strade che si snodano nel vasto e vario territorio italiano, sarà accaduto molte volte di notare in cima ad un'altura o dolcemente cullata dal bosco intorno, qualche città all'apparenza del tutto normale. Entrando, invece, si scoprono luoghi dove il tempo si è fermato per decenni. L'ufficio postale non spedisce più telegrammi, il teatro resta muto, squarciato e con i balconcini in bella vista, la campana della chiesa non scandisce più le ore del giorno: l'unica melodia inquietante è quella del vento che accarezza le vecchie case, i ruderi, le macerie che restano di un passato non troppo remoto. Eppure il nostro Paese è ricco di questi scenari, piccoli frammenti della vita dagli anni '20 agli anni '70. Alcuni paesini, sorti in posti difficili da raggiungere sono stati abbandonati proprio per questo motivo oppure, situati in una zona ad alto rischio di terremoto, dopo alcune scosse disastrose, non sono più state reputate sicure. Così ogni regione d'Italia ci offre storie di cittadine diverse che rappresentano, insieme a quelle degli abitanti, una pagina della storia popolare.
Partendo dalla provincia di Savona, il primo villaggio molto suggestivo è Balestrino, un borgo abbandonato a causa degli smottamenti, ma che mostra ancora in tutta la sua imponenza il castello dei del Carretto. Il borgo fu chiuso al pubblico nel 2013 ma dal 2015 i lavori di ristrutturazione sono partiti. Quasi al confine con la Svizzera, si erge Erbareti, un grazioso borgo con data di fondazione 1610, probabilmente luogo di confino di galeotti e che registra già nel 1970 un solo abitante. Il borgo è famoso anche per la leggenda del Sasso del Diavolo che ebbe come protagonista una donna che riuscì a gabbare il Diavolo in persona il quale lasciò, come segno della sua ira, l'impronta di uno zoccolo su un masso ancora visibile lungo la strada che porta al paese. Quasi completamente isolata, a meno che non siate appassionati di trekking o degli escursionisti provetti, è Savogno, in provincia di Sondrio. Inserita nello scorcio paesaggistico delle Cascate di Acquafaggia, prima di raggiungerla devono essere percorsi 2800 gradini, ma una volta abbandonata alle spalle la fatica, il borgo di Savogno vi stupirà con la chiesa di San Bernardino del 1495 ed i suoi affreschi Rinascimentali. 
Balestrino
Erbareti
Savogno
Dal 1950 il suggestivo campanile della Chiesa di Curòn Venosta è stato sommerso dall’acqua, come anche tutto il villaggio che lo circondava. Il Lago di Resia, da cui ancora oggi emerge parte del campanile, aveva una funzione centrale nella produzione di energia idroelettrica, ma il progetto comportò l’allagamento del borgo. Il panorama suggestivo diventa magico d’inverno, quando il lago si ghiaccia e consente ai visitatori di avvicinarsi al campanile, recentemente ristrutturato. Questi paesaggi offrono un panorama unico, rivelandosi luoghi del silenzio avvolti da mistero. Non mancano luoghi in cui sono stati commessi delitti come il borgo in Friuli Venezia Giulia, nella località di Pozzis dove venne registrata una “follia di massa” che coinvolse numerose donne e un giovane e nel 1996 una donna venne uccisa dall’unico abitante rimasto nel paese, un uomo dalla personalità stravagante che aveva affisso un cartello che servisse come monito ai ladri in cui aveva scritto “ Ai ladri di selle e di cavalli vengono impiccati”. Alcuni di questi borghi sono molto lontani dai centri abitati e sfuggono al controllo delle autorità. Alcuni sono nati per le vicinanze ad una miniera o ad una osteria, come nel caso di California, in provincia di Belluno, dove un rifugio ospitava all’inizio i viandanti. Il riferimento alla California dell’America del Nord è dovuto alla corsa all’oro, il borgo di California si presenta infatti come un villaggio minerario che ospitò molte famiglie di cui i componenti erano impegnati nell’estrazione del mercurio e disabitata dal 4 Novembre 1966, quando la miniera fu chiusa. 
Curon Venosta
Pozzis
California
In Emilia Romagna, nel piccolo borgo di Bozzi vivono solo due persone con età superiore ai 75 anni. La melodia della natura che si riproduce in tutte le stagioni è la compagnia ideale per chi ha bisogno di rilassarsi a contatto con la natura e fare delle escursioni non estremamente pesanti.
A pochi chilometri da Pisa, affascina chi lo visita il borgo antico di Toiano che vanta una fondazione medioevale, numerose volte ceduto, conquistato o sconfitto da fiorentini, Lucchesi o Pisani. Il ponte che fa da ingresso al grazioso borgo doveva essere un tempo un ponte levatoio. Un progetto di recupero è nato grazie alla fama del concorso letterario di Oliviero Toscani, anche se Toiano ha fatto scrivere pagine di inchiostro di cronaca nera per il ritrovamento del cadavere di Elvira Orlandini, che nel 1947 ha avuto una eco nazionale e venne ricordato come l’omicidio della ‘Bella Elvira’. Luoghi questi che vengono abbandonati all’inizio del Novecento ma che erano molto popolati in precedenza, come il caso di Scoppio, in Umbria, dove fino al 1750 vivevano ben 25 famiglie.
Bozzi
Toiano
Scoppio
Dal 1979 gli edifici di Monterano, in provincia di Roma, giacciono in uno stato di abbandono e le istituzioni non hanno risorse necessarie alla conservazione degli edifici, senza contare la difficoltà per raggiungerli; in Abruzzo, per arrivare a borgo Morino Vecchia, bisogna lasciare la propria macchina e proseguire a piedi, perché la strada oltre ad avere un fondo non asfaltato, ha una larghezza inferiore a tre metri; dopo il terremoto del 1915 nella Marsica, venne quindi abbandonato.
In provincia di Isernia, si erge ancora fiero su Rocchetta Alta il castello Battiloro, che prende il nome dall’ultima famiglia che acquistò il borgo e che si estinse con la morte dell’ultimo erede nel 1814. 
Monterano
Morino Vecchia
Rocchetta Alta
Il borgo che vanta la fondazione più antica è sicuramente il borgo di Craco, in Basilicata, i primi abitanti furono, infatti, i greci di Metaponto. Fino al 1963 il borgo era popolato, ma a causa di lavori infrastrutturali che provocarono vari smottamenti e con l’alluvione del 1972 e il terremoto del 1980, gli abitanti decisero di spostarsi in un luogo più sicuro. Uno dei quartieri più suggestivi è il Canzoniere, dove una oste, donna di straordinaria bellezza, serviva la carne degli uomini che si erano invaghiti di lei, dopo averli uccisi e messi sotto aceto. Craco è stata anche set, insieme a Matera, del film La passione di Cristo. Similmente sgomberata fu Roscigno Vecchia, nella provincia di Salerno, dove però fu il genio civile a determinare l’abbandono del borgo per inagibilità. Qui, dopo la morte dell’ultima donna che vi abitava, un nuovo abitante si è stabilito in un’abitazione sulla piazza. Giuseppe Spagnuolo, con una personalità travolgente, accompagna i turisti e i curiosi con trasporto nelle strade di Roscigno fino a guidarli dentro il museo contadino. Grazie al riutilizzo di materiali provenienti dal borgo antico, spostati dagli abitanti nella nuova Roscigno, il borgo è stata definito “il paese che cammina”. Se si dovesse pensare che questi borghi non hanno avuto alcun ruolo nella storia, si commetterebbe un errore in partenza. In provincia di Lecce, per esempio, il villaggio di Roca Nuova aveva addirittura ricevuto finanziamenti dal re Filippo II di Spagna e aveva conquistato una posizione centrale nei trasporti marittimi e nel commercio. Il progetto di recupero del borgo ha visto coinvolte le numerose torri che la circondano.
Craco
Roscigno Vecchia
Roca Nuova
Di solito gli abitanti che abbandonavano i borghi per motivi di sicurezza in seguito a scosse di terremoto, alluvioni o smottamenti del terreno, ne ricostruivano uno nuovo a valle o in luoghi reputati più sicuri ma comunque appartenenti allo stesso distretto territoriale. Il caso del borgo di Roghudi Vecchia sorta nel 1050, è del tutto particolare. Venne abbandonata nel 1971 e gli abitanti furono distribuiti nei comuni limitrofi. Dopo diciotto anni però sorse la Nuova Roghudi nel comune di Melito di Porto Salvo, distante 40 km dal borgo antico! Il caso regolare, invece, è quello di Poggioreale che, dopo essere stato colpito dal terremoto del Belice nel 1968, è stato abbandonato dai suoi abitanti che decisero di spostarsi più a valle per costruire una città più sicura e con strutture all’avanguardia per il periodo. Il borgo conserva ancora tutto il suo fascino insieme all’antico ufficio postale, la chiesa che troneggia sulla piazza in cui alcune case giacciono piegate dal terremoto. Il teatro è squarciato e la facciata non è più esistente. L’enorme spazio lascia al visitatore l’opportunità di vedere il teatro, o meglio quello che resta, al suo interno. Nelle case di alcuni edifici, sono rimaste, sfidando la gravità, il tempo e le intemperie, le ringhiere da cui una volta ci si affacciava. E poi dalla strada è ancora possibile vedere all’interno delle case, tavoli da cucina con qualche bicchiere ancora sopra, piatti rotti e scarpe vecchie, quello che resta dopo un disastro che ha portato via centinaia di anime, macerie ovunque. Due dei borghi più affascinanti per la loro funzione, sono quelli di Ingurtosu e Naracauli, nel comune di Arbus a sud della Sardegna, villaggi minerari da cui si estraevano argento, piombo e zinco. Abbandonati nel 1968, le persone che vi abitavano raggiungevano il numero di seimila. Anche il proprietario delle miniere viveva in loco e oltre ai quartieri del borgo si vede ancora la grande Villa Wright, anch’essa ormai disabitata. 
Roghudi Vecchia
Poggioreale
Naracauli
Questa rappresenta solo una piccola percentuale delle città fantasma in Italia, ognuna con la propria storia. Tutte hanno caratteristiche diverse, alcune sono accomunate da disastri idrogeologici, altre da terremoti. Alcune sono state abbandonate perché non fornivano più lavoro a coloro che vi abitavano, altre perché troppo difficili da raggiungere. Borghi che dormono nella culla del tempo, aspettando di essere risvegliati da un breve set cinematografico, curati e riportati alla vita da cittadini ed istituzioni che non dimenticano la loro storia che affonda le proprie radici nella notte dei tempi.

Immagini tratte da:

- Balestrino : www.comune.balestrino.it
- Erbareti : www.comune.sabbia.vc.it
- Savogno : www.gmmilano.org
- Curòn Venosta : www.suedtirolerland.it
- Pozzis : www.arzino.it
- California : www.trekkingo.altervista.org
- Bozzi : www.gazzettadiparma.it
- Toiano : www.junglekey.it
- Scoppio : www.iluoghidelsilenzio.it
- Monterano : www.laziodirectory.org
- Morino : www.printerst.com
- Rocchetta : www.paesifantasma.it
- Craco : www.basilicatadiscover.com
- Roscigno : foto dell’autore.
- Roca Nuova : www.losguardodiomerofestival.it
- Roghudi : www.paesifantasma.it
- Poggioreale : www.pratosfera.it
- Naracauli : www.paesifantasma.it

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