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3/4/2017

I luoghi di Banksy, il vandalo visionario

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​di Lorenza Gerratana
Quando qualche decennio fa le sue opere iniziarono a comparire nei luoghi più disparati e imprevedibili, Banksy dovette esser stato superficialmente giudicato un semplice vandalo o un ragazzino che ci sapeva fare con lo spray. A dire il vero, a distanza di quasi due decadi dalla sua prima comparsa nel mondo della Street Art, molti vedono in lui l'emblema del vandalismo, tanto che a Bristol, sua ipotetica città natale, si parla già di Bansky effect, inevitabile fenomeno di ritorno che vede le città vandalizzate da scritte e disegni di ogni genere. Il suo nome, come la sua figura, sono sempre state avvolte da un alone di mistero e, nonostante le numerose ipotesi riguardo la sua identità, nulla di concreto si è scoperto sull'autore che agli occhi di qualcuno è parso un visionario del nostro secolo e che, secondo il parere di molti, impersona la dozzinale ignoranza o la perversa mania di imbrattare e scarabocchiare pareti appartenenti allo spazio comunitario. C'è qualcosa nell'arte di Bansky, tuttavia, che sa attirare il passante più distratto e accendere anche la curiosità di un bambino: la disarmante semplicità comunicativa che consente a ogni soggetto, sia esso di qualsiasi cultura, sesso o età, di comprendere il messaggio che l'opera intende veicolare. Perché il messaggio possa essere fruito da più persone provenienti da più parti del globo, Banksy fa uso di animali e oggetti o, talvolta, raffigura eventi più o meno recenti. Le sue opere hanno più l'aspetto di un decifrabile spot pubblicitario che di un'ermetica composizione astratta e questo fa inevitabilmente delle opere di Banksy le opere della gente, di tutta la gente. Non ci sono più differenze, correnti, ideologie o scuole di pensiero: se l'artista vuole attaccare il capitalismo, lo fa raffigurando una donna che precipita con il carrello della spesa, rilasciando frasi sull’impossibilità di cambiare il mondo fin quando il capitalismo la farà da padrone e andando, come atto consolatorio, a fare un po' di shopping per ingannare l'attesa.
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Shop Until You Drop
E, se Banksy ha scelto il luogo dove l'aristocrazia britannica vive, nella superchic Mayfair a Londra o South Bank dove una bambina in bianco e nero lascia andare un palloncino a forma di cuore e di colore rosso, e una didascalia recita "There is always hope", non ha di certo tralasciato luoghi dove la parola 'benessere' è stata cancellata dal vocabolario quotidiano.
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There is always hope
FotoFlower Thrower
Nel 2003 comparve su un muro di Gerusalemme la figura in bianco e nero di un ragazzo apparentemente coinvolto in una lotta ma, avendo l'artista colorato i fiori, l'orizzonte d'attesa di chi guarda viene piacevolmente disturbato spingendo a trarne un significato morale: l'unica rabbia giustificabile è contro la violenza.

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Anche in una piazza italiana Banksy ha fatto irruzione con la sua arte carismatica. In piazza dei Gerolamini, a Napoli, su un intonaco che doveva avere avuto un aspetto migliore anni addietro, adiacente a una edicola votiva, raffigura una Vergine con lo sguardo rivolto verso l'alto che, al posto dell'aureola, presenta un revolver: questo è un chiaro atto dissacratorio. Adesso l'opera è conservata sotto una teca di vetro che favorisce la circolazione dell'aria. 

Non tutte le comunità apprezzano l'intervento artistico di Banksy e altre, non riconoscendo neanche la mano dell'artista, verniciano sull'opera, cancellando un prodotto unico donato alla comunità. Quest'ultimo è il caso di un hotel di lusso in Jamaica dove, in un graffito posto sulla testata del letto, un soldato e un civile si prendono a cuscinate
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FotoYou have beautiful eyes
La maggior parte delle opere di Banksy si trovano in Inghilterra, fra Bristol e Londra, e vengono raffigurate su pareti. Ma nel 2005 Banksy riuscì a intrufolarsi indisturbato al Metropolitan Museum di New York e appese in una sala un quadro con il volto di una donna coperto da una maschera e di cui si intravedono gli occhi. Anche altri musei come il Brooklyn Museum, il MoMA, il Museo di Storia Naturale di New York, la Tate Britain e il British Museum hanno, a loro insaputa, esposto un Banksy. Le foto delle sue numerosissime opere sono state pubblicate in svariate raccolte di libri, accompagnate da annotazioni dell'autore, sulla cui identità rimane ancora un grande punto interrogativo ma l'eco del quale risuona già inarrestabilmente. Giusto per non perdere l'occasione, prima di visitare qualsiasi capitale europea o extraeuropea, informatevi se nel luogo dove andrete potete fermarvi, anche solo un attimo, ad ammirare un Banksy: essere per qualche istante stimolati alla riflessione e alla critica gratuitamente è qualcosa che oggi non tutti possono più permettersi.

Immagini tratte da:
1 www.londonliving.at
2 www.sognandolondra.com
3 www.pinterest.com
4 www.napolidavivere.it
5 www.telegraph.co.uk
6 www.theitalianeyemagazine.com

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