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17/10/2016

Le Biblioteche più Belle d' Europa

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di Lorenza Gerratana


Chi ricorda ancora la descrizione che della biblioteca dell'Azzeccagarbugli Alessandro Manzoni fece nel suo celebre romanzo, non potrà sorvolare sul valore che l'avvocato stesse dando ai libri: oggetti di arredamento stipati a prender polvere. Entrando nelle nuove biblioteche invece, si respira un'aria completamente diversa e viene voglia di correre in libreria e spendere fino all'ultimo centesimo dei propri risparmi e vivere di soli libri. Ma iniziamo a farci un'idea cercando di capire a quale biblioteca potremmo ispirarci! Nel Vecchio Continente sono disseminate in ogni direzione biblioteche, alcune delle quali antichissime.
A Roma la Biblioteca Angelica, cui è possibile accedervi da un cancelletto in ferro da piazza Sant'Agostino, raccoglie manoscritti latini, greci ed orientali per un totale di poco meno di tremila, incunaboli e cinquecentine per non parlare delle migliaia di carte geografiche datate a partire dal Cinquecento; insieme alla biblioteca Bodleiana di Oxford e quella Ambrosiana di Milano veniva considerata il maggior esempio di biblioteca pubblica nata dal copioso lascito del vescono marchigiano Angelo Rocca da cui prese il nome.

Dalla piazzetta di San Marco al n° 7 nella galleggiante Venezia, tra il Campanile e la Zecca, troviamo un miracolo del sapere, la Biblioteca nazionale Marciana che con i suoi quasi settecentomila volumi, rappresenta una delle più grandi biblioteche d'Italia e sicuramente quella con i manoscritti greci e latini più pregiati. La storia della biblioteca è legata al poeta Francesco Petrarca che avanzò la richiesta di una prima pubblica libreria a Venezia ma che fu realizzata solo dal Cardinale Bessarione dopo la sua. Al fondo del Cardinale che comprendeva già un alto numero di manoscritti ad communeum hominum utilitatem si aggiunsero altre donazioni attirando così numerosi umanisti riuniti attorno alla preziosa figura di Aldo Manuzio. Quando nel 1603 una legge impose ad ogni stampatore veneto di depositare una copia presso la Marciana, la biblioteca della Serenissima si preparava a diventare una delle risorse librarie più maestose in tutta Europa.
In uno dei monasteri benedettini sparsi per l'Europa, fra i monti della Stiria in Austria si trova l'Abbazia di Admont che contiene la biblioteca monastica più grande al mondo terminata solo nel 1776 dall'imperatrice Maria Teresa a settecento anni dalla fondazione. La struttura è tipica di una cattedrale; nei suoi 79 metri di lunghezza e 14 di larghezza il rococò padroneggia insieme alle cupole elegantemente decorate con affreschi in Trompe-l'oeil realizzati da Bartolomeo Altomonte con tema allegorico la celebrazione della scienza e della religione. La biblioteca è tappezzata di busti di famosi eruditi ed artisti che in comunione con evangelisti e profeti custodicono il patrimonio culturale in un connubio perfetto fra scienza e fede. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu abbandonata alla ferocia dei nazisti che accentuarono il degrado che l'aveva colpita già alla fine dell'Ottocento. Grazie ai fondi europei, è tornata adesso a nuovo splendore ed è possibile visitarla immergendosi in tutta la sua straordinaria bellezza.
A Siviglia, si trova uno dei cinque archivi centrali di stato spagnoli. Contiene gli interessantissimi documenti dell'Impero spagnolo riguardo le Americhe e le Filippine. L'archivio è stato allestito in una struttura in stile italo-spagnolo di architettura del Rinascimento con esito piuttosto insolito. Gli archivi sono ricchi di documenti di Conquistadores e proprio qui è conservato il diario di bordo di Cristoforo Colombo e anche la bolla papale Inter cetera che divise i territori di Spagna e Portogallo e autografi di grandi condottieri ed esploratori che hanno fatto la storia della geografia. Per comprendere la grandezza dell'archivio basti pensare alla lunghezza degli scaffali: ben 9 chilometri (!!!) per un totale di 80 milioni di pagine prodotte dall'amministrazione spagnola.
Ultima ma non meno importante per fama è la Biblioteca del prestigiosissimo Trinity College di Dublino. Mette a dura prova l'istinto cliptomane di ogni vero bibliotecario che vorrebbe ogni giorno di più fare della vecchia biblioteca la propria. La sala più famosa e quella aperta al pubblico è quella della Long Room, lunga quasi 65 metri e circa ogni due mostra busti di poeti greci e latini, ma anche di filosofi e scienziati. Scale a chiocciola in ferro battuto e ornato con foglie e fiori si arrampicano lungo le pareti di legno con decorazioni d'oro e lo scricchiolio del pavimento compone una musica che negli occhi di chi guarda è silenzio di ammirazione.


Immagini tratte da:

1 www.viaggiamo.it
2 www.prolocoroma.it
3 www.forumlibri.it
4 www.marciana.venezia.sbn.it
5 www.romantikstrasse.at
6 www.foliamagazine.it
7 www.sivigliaweb.it
8 www.sevillaonline.es
9 www.ripleyslondon.com


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1 Commento
Enrico Ferri
11/10/2018 18:02:31

Mi permetto di aggiungere quelle di Praga che sono tre.
La biblioteca del Klementinum, e le due sale del Monastero di Strahov, una dedicata alla teologia e l'altra alla filosofia.
Non conosco l'ampiezza dei fondi relativi, che credo siano comunque rilevanti, ma anche solo guardando le sale si respira quell'aria mista di antico e di sapere che entusiasma gli appassionati di questi luoghi.

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